Mit, conti pignorati cantieri a rischio
Roma. I conti del ministero dei Trasporti sono stati pignorati dai giudici per un debito da quasi due miliardi di euro. Una storia a tratti surreale che potrebbe portare, entro l’anno, allo stop di centinaia di opere pubbliche finanziate con i fondi del dicastero di Delrio. A confermarlo è stato lo stesso ministro dei Trasporti ieri alla Camera rispondendo alla question time della deputata del M5S Arianna Spessotto: «Il 30 settembre è terminata la discussione e siamo in attesa della sentenza della Cassazione che dovrebbe arrivare entro l’anno. Ma siamo fiduciosi che i giudici daranno ragione a noi».
E se non dovsse essere così? A essere bloccati potrebbero essere i fondi per il trasporto pubblico, le opere pubbliche locali e provinciali i cui finanziamenti dipendono dai conti correnti del Mit, come ha precisato la Tesoreria. «Accadrà ovunque quello che sta succedendo a Campolongo, in Veneto, dove la costruzione di una strada di 600 metri è bloccata proprio per questo motivo», dice la Spessotto.
La vicenda riguarda il contenzioso tra il re degli appalti marchigiano, Edoardo Longarini, e lo Stato per una cifra record di 1,9 miliardi (tra risarcimento, interessi e spese). Longarini la rivendica per la revoca della concessione del Piano di ricostruzione di Ancona.
La somma era stata riconosciuta al ragioniere nel 2005 da un lodo arbitrale che aveva quantificato il danno accertato dalla Corte d’appello di Roma. Il ministero aveva tentato di bloccare l’assegno. Ma i giudici avevano dichiarato il ricorso inammissibile. A decidere sarà ora la Cassazione, a cui ha ricorso il ministero, ma la sentenza resta nel frattempo esecutiva.
Il rischio è quello di un clamoroso default di uno dei ministeri più importanti.
SARA MELIS
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