Medio Oriente
8:13 pm, 13 Ottobre 15 calendario

Bernardelli: Gerusalemme brucia nell’apatia internazionale

Di: Redazione Metronews
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MEDIO ORIENTE A Gerusalemme la situazione è tanto più grave quanto più ignorata. Giorgio Bernardelli, giornalista di Mondo e Missione esperto di Medio Oriente, vede un quadro cupo per gli scontri israelo-palestinesi, con la colpevole distrazione del mondo. 
Cosa sta succedendo?
Siamo di fronte al risultato della perdita di centralità della questione nell’attenzione del mondo. I conflitti non si parcheggiano, come invece si è pensato di fare in attesa di tempi migliori. Là dove l’odio continua a montare e le provocazioni reciproche quotidiane vanno avanti, finisce che la rivolta si espande a macchia d’olio. Situazione particolarmente grave perché oggi da entrambe le parti non ci sono leadership in grado di governare la situazione, sono logorate e scavalcate dagli estremisti. Oggi non c’è una prospettiva politica in grado di affrontare questa situazione. Uno degli elementi più allarmanti per Israele è il fronte degli arabi israeliani che si sono incattiviti perché non hanno dimenticato il clima di risentimento della campagna elettorale di Netanyahu. 
La crisi si innesta in un Medio Oriente in fiamme…
Uno degli aspetti più strani è la sostanziale apatia dei soggetti che di solito sarebbero intervenuti, da Washington ai Paesi arabi. A livello diplomatico questa crisi viene schivata, e questo è uno degli elementi più preoccupanti. Dove la politica non c’è, questo tipo di rivolte diventano più pericolose e ingestibili. La crisi non ha dietro di sé un piano, è nata in maniera forse non del tutto spontanea ma comunque da una fetta di soggetti isolati che agiscono all’interno di un clima esasperato. Più va avanti e più i soggetti pericolosi vorranno metterci sopra le mani, e anche al-Qaeda ed Isis vorranno piantare qualche bandierina.
Come se ne esce?
È sempre più difficile. Prima o poi ci sarà una presa di posizione internazionale che aiuterà a mitigare le azioni più folli, ma non basterà a spegnere del tutto il fuoco. Bisogna essere realisti: la comunità internazionale deve mettere da parte i grandi obiettivi astratti e ripartire dalle ferite e dalle situazione più concrete, facendosi mediatrice nella gestione della quotidianità del conflitto.
OSVALDO BALDACCI

13 Ottobre 2015
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