Migranti
7:30 pm, 13 Ottobre 15 calendario

Al via la campagna per stroncare la tratta

Di: Redazione Metronews
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ROMA Non sanno a cosa vanno incontro, spesso non sono in grado di nuotare e non conoscono il deserto; ma nonostante questo partono, spinti esclusivamente da necessità di tipo economico. È questa la fotografia dei potenziali migranti scattata dal primo Rapporto sulle migrazioni dall’Africa Sub-sahariana, elaborato da Missioni Don Bosco e VIS (Volontariato internazionale per lo sviluppo) e che ha spinto i due enti a dare vita alla campagna “Stop Tratta- Qui si tratta di esseri umani” presentata  a Roma e indirizzata a 5 Paesi africani (Ghana, Senegal, Nigeria, Costa d‘Avorio, Etiopia). Tutte le informazioni dettagliate sono disponibili sul sito www.stoptratta.org.
Progetti di sviluppo
L’obiettivo è chiaro: contrastare il traffico di esseri umani dall’Africa sub-sahariana sensibilizzando da un lato i potenziali migranti sui rischi del viaggio verso l’Europa – dalla detenzione alla morte – e contestualmente offrendo loro progetti di sviluppo nei Paesi di origine. In particolare in Ghana, Senegal e Costa d’Avorio, aree in cui «un potenziale migrante su due non conosce i rischi del viaggio per l’Europa e sei su dieci lasciano il proprio Paese spinti da motivi economici».
Tam tam sui social network
Proprio per queste ragioni “Stop-Tratta” punta a fornire informazioni utili attraverso i social network e contenuti nelle lingue locali per favorire una scelta consapevole, e promuove progetti di sviluppo orientati a gruppi a rischio di traffico o migrazione irregolare, e concepiti sulla base delle esigenze emerse nei singoli Paesi. In particolare, in Senegal si punterà al «rafforzamento della formazione prove e dell’inserimento occupazionale a Dakar e Tambacounda». In Ghana invece saranno sviluppate le attività formative in campo agricolo e per le donne, mentre in Costa d’Avorio si prevede il rafforzamento del centro socio-educativo “Villaggio Don Bosco” a Koumassi, nella periferia popolare di Abidjan. In Etiopia, infine, i primi interventi si concentreranno su borse di studio e programmi di supporto scolastico e nutrizionale per giovani a rischio. Tante strade diverse per costruire alternative concrete di lavoro per i giovani, perché la migrazione non sia più un obbligo ma una scelta.
GAIA ROMANI

13 Ottobre 2015
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