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9:04 pm, 12 Ottobre 15 calendario

Caro premier Renzi chiedi a noi cervelli

Di: Redazione Metronews
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ROMA La legge di Stabilità attesa giovedì in Consiglio dei ministri, secondo quanto annunciato dal premier Matteo Renzi, conterrà una «misura ad hoc» per contrastare la “fuga dei cervelli”. Obiettivo: «Riportare in Italia 500 professori universitari, anche italiani». «Faremo un concorso nazionale, basato sul merito – ha spiegato Renzi a “Che tempo che fa” – oltre all’assegno come professore gli diamo un “gruzzolo” per progetti di ricerca, slegandoli dalle dinamiche burocratiche della Pubblica amministrazione, che spero investano nelle università italiane».
Intervista con Graziano Martello
«Cinquecento professori in più? Sulla carta chi può dire di no. Ma i dubbi su come si fanno e sulle risorse necessarie sono tanti. E poi perchè in queste decisioni non vengono mai coinvolti i protagonisti del mondo della ricerca?». La domanda viene da Graziano Martello, che non è uno qualunque. Lui ha scelto di tornare dal Medical Research Council Centre for Stem Cell Research dell’Università di Cambridge per aprire – sostenuto da fondi privati – il suo laboratorio all’università di Padova. Nel Dipartimento di Medicina molecolare segue un progetto sulle cellule staminali pluripotenti umane da usare per contrastare la neurodegenerazione.
Il premier Renzi parla di un concorso basato sul merito. Lei è d’accordo?
Ci mancherebbe, io per ottenere i finanziamenti privati ho superato una durissima selezione. Però chi decide sul merito? Serve una valutazione seria non fatta in Italia, ma con un panel esterno con esperti internazionali. È il metodo che usano ad esempio in Francia. Per applicarlo servono tanto tempo e tante risorse. Vanno bene i parametri come gli articoli e roba simile, però occorre poi una selezione con commissioni indipendenti.
C’è poi il “gruzzolo” senza burocrazia che può attrarre il ritorno dei “cervelli”…
L’attrazione non è data dal solo posto di lavoro, ma dalla possibilità di avere a disposizione fondi adeguati per fare buona ricerca. Avete una lontana idea di quanto verrebbe a costare il sostegno a laboratori e staff all’avanguardia per 500 persone? Parliamo di parecchi milioni di euro che non mi sembra di vedere disponibili in giro. Altrimenti se è solo una cifra iniziale per avviare il progetto e poi mi devo trovare i finanziamenti, la ricerca diventa impossibile.
Ma sono soldi liberi dalla burocrazia…
Che vuol dire? Che li mettono in tasca direttamente ai ricercatori? Questo lo può pensare solo chi non conosce come funziona il sistema della ricerca. Certo, oggi il tutto è complicatissimo e per me diventa un’impresa titanica anche solo comprare un frigorifero. È un ostacolo persino il decantato mercato elettronico della Pubblica amministrazione: credono che non ci pensiamo già da soli a cercare di risparmiare le pochissime risorse che abbiamo?
Insomma, un annuncio con poca concretezza?
Non capisco perchè sistematicamente si evita di coinvolgere nelle scelte il mondo della ricerca. Spesso e volentieri subiamo delle decisioni senza avere voce in capitolo. Renzi vuole far tornare in Italia i “cervelli in fuga”? Apra un portale sul web per i suggerimenti e in una settimana gli diciamo cosa fare e cosa non fare.
Intanto per chi torna dall’estero c’è lo sconto fiscale del 30% per 5 anni. Funziona?
Quando sono rientrato non sapevo nulla della legge “Controesodo” e non è stato quello a farmi decidere. Lo sconto fiscale serve, se hai già un posto e un laboratorio, per avere uno stipendio appena più competitivo rispetto ai ridicoli standard italiani. Ma non è una bacchetta magica che crea posti di lavoro o fa spuntare finanziamenti. È una misura di scarsa lungimiranza.
LORENZO GRASSI

12 Ottobre 2015
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