Jurij Ferrini al Gobetti rilegge “L’Avaro” di Moliere
TORINO Un testo che è un cult per il pubblico, ma anche per attori e registi di ogni epoca che, con “L’avaro” di Molière, hanno voluto sempre confrontarsi. E stavolta questa commedia, una delle più note, celebrate, rivisitate del grande drammaturgo e attore teatrale francese vissuto nel Seicento, ha tentato anche Jurij Ferrini che, nelle vesti del protagonista e del regista, metterà in scena, in prima nazionale, da domani al 18 ottobre, e poi, dal 27 ottobre all’8 novembre, al Teatro Gobetti, una sua versione de “L’avaro”.
Attorniato sul palco da una squadra di attori collaudati come Elena Aimone, Matteo Baiardi, Vittorio Camarota, Fabrizio Careddu, Sara Drago, Daniele Marmi, Raffaele Musella, Gloria Restuccia, Rebecca Rossetti, Michele Schiano Di Cola ed Angelo Tronca, Ferrini si metterà alla prova di un testo che ha al suo centro i temi più tradizionali del teatro comico.
«Io penso – spiega Ferrini – che se abbiamo perso la capacità di far ridere con le grandi commedie classiche, dotate di ingranaggi comici perfetti, capaci di sostenere una trama portante e svelare personaggi eternamente attuali, se non sappiamo più far divertire davvero il pubblico con questi personaggi straordinari, con il loro linguaggio, con le loro debolezze e passioni sfrenate, significa che qualche problemino lo abbiamo noi teatranti e non il pubblico».
In scena il protagonista Arpagone sarà un vecchio che per egoismo condanna all’infelicità una generazione di giovani, mentre loro tentano in ogni modo di aggirare la sua prepotenza (Info: 011 5169555).
ANTONIO GARBISA
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