SIRIA
8:28 pm, 30 Settembre 15 calendario

Bombe russe sulla Siria ma è scontro sui bersagli

Di: Redazione Metronews
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SIRIA La Russia ha cominciato i raid aerei in Siria, dopo che il Parlamento russo ha dato il suo via libera alla richiesta del presidente Putin. Secondo fonti governative siriane, i primi raid sono stati diretti contro postazioni terroristiche nelle province di Hama, Homs e Latakia. Ma è proprio la scelta di queste tre aree a suscitare le perplessità americane e francesi. «Se hanno colpito a Homs», ha affermato una fonte militare di Parigi, «non è lo Stato islamico l’obiettivo ma probabilmente i gruppi di opposizione. Ciò conferma che i russi, vanno più in aiuto di Assad che contro l’Isis». Per l’opposizione siriana e per l’Osservatorio siriano dei diritti umani le vittime dei raid coordinati tra Russia e Siria sono «civili»: il bilancio sarebbe di 36 morti. Il capo della diplomazia americana, John Kerry, ha detto al collega russo Lavrov: «I vostri raid aerei non aiutano». Perògli Usa pur essendo contrari nonsi opporranno ai raid russise saranno «autenticamente contro l’Isis». Mosca nega di aver colpito civili e conferma di voler attaccare solo obiettivi militari dei «terroristi».
«L’unico modo giusto per combattere il terrorismo internazionale, sia in Siria che nei paesi vicini, è quello di agire d’anticipo, combattere e uccidere miliziani e terroristi sui territori da loro occupati e non aspettare che arrivino a casa nostra», ha detto Putin. 
Il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov ha presentato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite una bozza di risoluzione «per operazioni contro il terrorismo coerenti e basate sui principi e le norme del diritto internazionale».
Intanto la coalizione già esistente – formata da Paesi occidentali e arabi – ha celebrato il primo anno ricordando di aver compiuto numerosi progressi. Un anno fa l’Isis stava avanzando e minacciava Erbil, Kirkuk e Baghdad. Da allora l’Isis è arretrato di circa il 30% rispetto al territorio inizialmente controllato. Tikrit è stata liberata, e oltre 100.000 civili sono tornati nelle proprie case e nei territori circostanti. Nel nord della Siria ha perso molto territorio e mantiene il controllo di 100 degli 822 chilometri del confine turco-siriano. 
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30 Settembre 2015
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