Dieselgate, richiamo per 11 milioni di auto

BRUXELLES «La situazione va chiarita e indagata a fondo: servono interventi concreti». Così il commissario Ue per l’Industria, Elzbieta Bienkowska, al termine dell’incontro di ieri sera con i vertici della divisione Auto di Volkswagen. Dalla Commissione Ue si fa notare che sulle verifiche delle emissioni hanno sempre pesato gli ostacoli posti dai Paesi che ospitano le produzioni di auto e che anche ora c’è chi frena sul via libera ai test reali, cioè condotti su strada.
Pronto il maxi-richiamo
Intanto, stretto d’assedio dai governi, penalizzato in Borsa e messo sotto accusa dai suoi stessi concessionari che si sentono abbandonati, il gruppo Volkswagen prova a reagire confermando e velocizzando il maxi-richiamo di 11 milioni di vetture (di cui 5 solo con il marchio Volkswagen) con motore diesel EA 189 per eliminare il software che aggira i test sulle emissioni. L’intervento costerà circa 6,5 miliardi. Entro il 7 ottobre la Volkswagen comunicherà ai proprietari di vetture diesel truccate come «rimetterle in regola». Nel frattempo anche il governo giapponese ha ordinato un’inchiesta sui maggiori produttori di automobili locali (Toyota, Nissan, Mazda e Mitsubishi) e sugli importatori di marchi europei.
“Ripercussioni imprevedibili”
Allarme della Banca d’Italia sulle possibili ripercussioni economiche dello scandalo Volkswagen in Italia. «All’incertezza sui mercati globali – afferma il vice direttore generale, Luigi Federico Signorini – si è aggiunta quella connessa con le possibili ripercussioni, difficili da quantificare, del grave scandalo Volkswagen sul settore dell’auto e sulle aspettative degli investitori e dei consumatori». «Le preoccupazioni di Bankitalia sono da tenere in considerazione – ha commentato il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio – ma speriamo che le conseguenze siano minime per l’industria europea in generale».
METRO