EUROPA
5:40 pm, 28 Settembre 15 calendario

Schengen, l’Unione europea con il fiato sospeso

Di: Redazione Metronews
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EUROPA. Il Parlamento Ue ha da poco compiuto un passo importante, votando a favore della proposta della Commissione di trasferire più di 120.000 rifugiati fuori dai Paesi più colpiti dalla crisi migratoria: Italia, Grecia, Ungheria. Un segnale forte, che ha evidenziato tanto l’attuale impegno delle autorità europee quanto l’entità del problema, in grado di mettere in dubbio lo spazio Schengen, che dal 1996 rappresenta un’area di libera circolazione. Conformemente al trattato sottoscritto da 26 Paesi, l’appartenenza a Schengen implica una cooperazione di polizia tra tutti i membri per combattere la criminalità organizzata o il terrorismo, attraverso una condivisione dei dati. Inoltre i membri dello spazio Schengen hanno il diritto di decidere di ristabilire controlli eccezionali e temporanei, purché giustificati da una “minaccia grave per l’ordine pubblico e la sicurezza interna”.
La decisione di Angela Merkel di reintrodurre temporaneamente i controlli alle frontiere è dunque conforme alle regole specificate nel trattato,  così come per i provvedimenti speciali che hanno interessato Austria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Danimarca e Francia. Situazione eccezionale dunque, che non implica al momento la chiusura delle frontiere. D’altronde non siamo di fronte al primo caso storico: tra tutti, la decisione dell’Italia di sospendere Schengen nel 2001, in occasione del G8. Sicuramente da appurare è che la sospensione dei controlli alle frontiere è stata per la prima volta, a partire dalla Germania, una misura protettiva a fronte di una crescente pressione migratoria. Anche se giuridicamente accettata, l’Ue continua a non considerare la sospensione di Schengen come l’unica e possibile soluzione, a perseguire l’obiettivo di preservare il trattato. 
SARA CORRIERI
 

28 Settembre 2015
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