Fiorentina prima E Montella è già un ricordo
CALCIO Il giorno dopo aver fatto scendere a pallonate l’Inter dal piedistallo, la Fiorentina si sveglia in cima alla classifica. Non accadeva da 17 campionati, 16 anni solari, 6.069 giorni, per capirci. Alzi la mano chi ci avrebbe scommesso un centesimo, ad inizio campionato. Così, per placare l’inevitabile febbre da scudetto viola, tocca al ds Daniele Pradè fare il pompiere: «Il terzo posto non è nemmeno facile pensarlo, nessuno ci accreditava alla vigilia fra le squadre più importanti. C’è chi è più attrezzato di noi ma il nostro atteggiamento deve essere come quello di San Siro, andare a pressare dal primo minuto. Il rigore non è stato casuale. Il resto si vedrà cammin facendo, è troppo presto per giudicare chi può vincere o no lo scudetto». Sarà. Fatto sta che, per gli amanti delle statistiche, 10 punti più della Juventus dopo sei giornate la Fiorentina non li aveva dal campionato 1955-56. E non è un caso, perchè i viola in sei giornate hanno segnato 10 gol e ne hanno subiti solo quattro (di cui tre a Torino). La difesa alta e attenta, il pressing totale, il sacrificio collettivo e sicuramente l’assenza di paura sono il marchio di fabbrica di Sousa. Già, il tecnico portoghese che ha fatti dimenticare in fretta e furia Montella.
Montella chi?
«Abbiamo avuto un allenatore top come Montella e siamo stati bravi a sceglierne un altro top come Paulo Sousa – ha detto ieri Pradè a “Radio Anch’io” togliendosi un sassolino dalla scarpa, «gli auguro il massimo. Non ci siamo lasciati benissimo, ma ora i rapporti buoni». Tradotto: Montella è il trapassato remoto e meno male che c’è Pauolo Sousa. Per ora l’estasi viola si gode le sue splendide certezze: il nuovo tecnico e quel fenomeno di Nikola Kalinic, fino a poco tempo fa un illustre sconosciuto. Arrivato tra lo scetticismo generale, Kalinic ora si è preso la Fiorentina. Gli sono bastate due notti in 5 giorni per salire alla ribalta: prima il sigillo contro il Bologna, poi la tripletta da paura all’Inter che ha mandato alla Serie A un chiaro segnale: «per lo scudetto ci siamo anche noi».
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