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7:53 pm, 23 Settembre 15 calendario

Volkswagen nel mirino anche della Ue

Di: Redazione Metronews
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GERMANIA Resta altissima la tensione attorno alle marmitte truccate da Volkswagen: il governo tedesco nega di essere stato a conoscenza delle irregolarità emerse sulle emissioni di smog, mentre l’Unione europea chiede a tutti i Paesi membri di aprire indagini sui loro mercati e riferire alla Commissione. Intanto, l’ad del gruppo, Martin Winterkorn, ha rassegnato le dimissioni: «Sono scioccato dagli eventi dei giorni scorsi e basito dal fatto che irregolarità di tali proporzioni siano state possibili nel gruppo Volkswagen. Il processo di chiarificazione e trasparenza deve continuare», ha affermato il manager, che da parte sua nega ogni coinvolgimento diretto nello scandalo.
Titolo in altalena in Borsa
Il titolo della casa tedesca, dopo un avvio ancora negativo fino al -8%, ha virato in rialzo e rimbalzato fino al 7%, dopo che nei due giorni precedenti la compagnia tedesca ha bruciato oltre 25 miliardi di euro di capitalizzazione di mercato. E sulla questione interviene di nuovo Bruxelles, secondo cui le autorità nazionali sono responsabili dei controlli sulle emissioni dei motori delle auto e devono effettuare controlli rigorosi. La Commissione europa incoraggia i Ventotto a fare le indagini necessarie e a riferirne all’esecutivo.
Possibili ricadute in Italia
Anche la ministra italiana per lo sviluppo economico, Federica Guidi, chiede di fare «rapidamente chiarezza» sullo scandalo per misurare le eventuali ripercussioni sulle aziende italiane che producono la componentistica per il gruppo automobilistico tedesco. «I numeri che circolano sono drammatici – ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi – noi abbiamo molti subfornitori di Volkswagen e Audi e spero questo non determini scossoni troppo violenti». Più in generale si teme che il contraccolpo possa stroncare la timida ripresa in Europa.
Pronte le class action
Sono già 25 le azioni legali collettive presentate in tutti i 50 Stati Usa contro Volkswagen. Gli studi legali si sono mossi in gran fretta e non hanno faticato a trovare clienti. Anche in Italia stanno valutando azioni risarcitorie le associazioni Federconsumatori, Adusbef e Codacons (che ha già raccolto migliaia di adesioni).
“Un danno enorme per la salute pubblica”
Avvocati e assicurazioni sanitarie Usa stanno preparando cause milionarie. Quella degli 11 milioni di veicoli “taroccati” è una storia da film. In ballo c’è anche la salute di migliaia di cittadini. Infatti secondo il Guardian gli 11 milioni di veicoli incriminati sono responsabili di quasi un milione di tonnellate di sostanze inquinanti l’anno.  L’Epa, l’agenzia di controllo Usa, ha calcolato che le 482 mila auto diesel avrebbero emesso tra le 10 mila e le 41 mila tonnellate di gas di scarico l’anno, contro le mille se avessero rispettato gli standard Usa. Valerio Gennaro è epidemiologo dell’Istituto tumori di Genova e medico dell’Isde.
Lo Iarc ha inserito il particolato ultrasottile tra i cancerogeni di primo livello. Si può stimare il danno alla salute generato?
Certo, conoscendo i dati precisi sì. È arrivato il momento di mettere al centro la qualità della vita e la salute pubblica.
Secondo l’Oms sono due milioni l’anno i morti a causa dell’inquinamento..
E dobbiamo considerare anche le malattie correlate, non solo i casi di cancro. Una stima calcolabile… Partendo dai nanogrammi di inquinamento in più si arriva alla stima delle malattie evitabili.
Che interesserà sicuramente la pletora di avvocati delle class action Usa.
Non solo. Pensiamo anche alle assicurazioni private: quanto hanno pagato a causa di quei danni in eccesso? Sicuramente staranno scaldando i motori dei loro studi legali per quantificare il danno che era evitabile.
STEFANIA DIVERTITO

23 Settembre 2015
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