No Sblocca Italia
10:45 pm, 21 Settembre 15 calendario

Regioni in rivolta “Fermate le trivelle”

Di: Redazione Metronews
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Roma. Riusciranno le Regioni a portare alle urne 26 milioni di italiani e far dire loro no alle trivelle e alle estrazioni di petrolio in mare? In nove scommetono di sì: Puglia, Basilicata, Molise, Marche, Abruzzo, Sicilia, Sardegna, Veneto e Calabria hanno raggiunto un accordo per proporre referendum abrogativi degli articoli relativi al petrolio presenti in due leggi, lo Sblocca Italia e il decreto Passera che prevede la possibilità di estrarre petrolio entro le 12 miglia dalla costa. E anche se le parole dei governatori non sono incendiarie («non è un referendum contro il governo», ha detto il governatore Lucano Gianni Pittella), le conseguenze sono chiare: mettere in discussione la politica accentratrice e decisionale che è alla base della contestata legge Sblocca Italia che, in tema di petrolio come per i rifiuti, per i commissariamenti, le deroghe agli appalti, prevede un decisivo interventismo del governo. 
Il patto del Levante
Alla spicciolata stanno deliberando i consigli regionali: oggi tocca a Marche, Molise e Sardegna. I governatori hanno stretto il patto in un incontro alla Fiera del Levante di Bari, a poche ore dall’appuntamento saltato con Renzi volato alla finale degli Open di tennis: tutte le Regioni stanno approvando lo stesso testo per ribadire che davanti alle loro coste va fermata la ricerca e lo sfruttamento di petrolio «per un quantitativo così esiguo che non vale la pena di rischiare di compromettere il nostro mare e il turismo», spiegano. Giovedì è prevista la Conferenza Stato-Regioni: ma molti consigli avranno già votato l’ok al referendum, e non sarà più possibile trovare una mediazione.
Querelle inceneritori
Dodici inceneritori nuovi: è il piano del governo che sarà illustrato giovedì .In Conferenza Stato-Regioni Renzi dovrebbe illustrare il piano di costruzione dei nuovi impianti. Ma le opposizioni (M5S in testa) dichiarano guerra e anche le Regioni sono pronte a dire no. E nel frattempo scoppia il caso Vercelli: il direttore dell’Arpa è stato rimosso dopo aver diffuso i dati sull’inquinamento dell’impianto. «Normale avvicendamento», rispondono dalla Regione alle critiche del sindaco. Ma dall’Arpa ci fanno notare che l’unica poltrona soggetta all’avvicendamento è proprio quella del direttore. 
Giancarlo Cuttica, per cinque anni alla direzione del Dipartimento della Arpa di Vercelli, ha pubblicato uno studio che mette in relazione una maggiore incidenza di tumori e malattie cardiache alla vicinanza con l’inceneritore di Vercelli. tra l’altro l’impianto è chiuso proprio grazie ai vincoli sempre più stretti chiesti proprio da Cuttica.
 
STEFANIA DIVERTITO

21 Settembre 2015
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