Grecia
9:32 pm, 20 Settembre 15 calendario

Alexis Tsipras vince ma con meno voti

Di: Redazione Metronews
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GRECIA «Porteremo avanti il Paese con il duro lavoro e la perseveranza». È il tweet dell’ex e futuro premier greco Alexis Tsipras, con l’immagine di un gabbiano che vola sul mare. Eppure Tsipras passa la prova del voto, ma non vola come sperava. Anzi lascia sul terreno quasi l’1% rispetto alle elezioni di gennaio. Syriza si conferma primo partito (con oltre il 35,5% dei voti) ma non riesce neanche questa volta a conquistare la maggioranza dei 300 seggi del Parlamento di Atene e dovrà dunque nuovamente allearsi con gli indipendentisti anti-europei per poter formare il nuovo governo.
Una sfida difficile
Del resto la sfida di Tsipras non era facile, sia per la rimonta sul campo del leader di Nuova Democrazia, Meimarakis, che si è fermato intorno al 28% (con i neonazisti di Alba Dorata terzi, in crescita, oltre il 7%); sia per le defezioni interne al suo partito; sia per i nodi irrisolti nel rapporto con l’Europa e i creditori. «È la prima volta che un partito che ha firmato un accordo molto duro ottiene la fiducia del popolo», ha sottolineato l’ex ministro dell’Energia, Panos Skurletis. E ora, dopo la vittoria, Tsipras dovrà vedersela con l’applicazione del duro memorandum siglato con l’Europa lo scorso luglio per ottenere 86 miliardi di prestiti.
Nel Paese serpeggia la sfiducia
«Oggi la Grecia esercita il suo diritto democratico e decide del proprio futuro – aveva detto l’ex premier nel suo ultimo appello prima del voto – serve un governo forte con un mandato di 4 anni. La scelta che avete di fronte è quella tra voltare le spalle o continuare a lottare insieme – aveva spiegato ai suoi elettori – voltare le spalle vorrebbe dire tornare alla politica di 40 anni che ha seppellito la Grecia sotto i debiti». Il clima post elettorale non è però di festa come lo scorso gennaio. Pesa infatti sul Paese un clima di forte sfiducia che ha portato ad una bassissima affluenza: ha votato solo il 54,4%, mentre nove mesi fa era stato il 63,6%.
Nove mesi di tira e molla con i creditori
La “parabola” di Tsipras ha avuto inizio il 25 gennaio, con il trionfo di Syriza (36,34%, ma senza maggioranza assoluta). Il suo programma: «No all’accordo con la Troika, no all’austerità». Il 20 febbraio arriva la proroga di 4 mesi del programma di aiuti internazionali. Il 24 maggio l’annuncio di Atene che non ripagherà il debito con il Fondo Monetario internazionale. A giugno l’assalto ai bancomat e, dopo l’ultimatum dei creditori internazionali, il referendum popolare del 5 luglio: il no alle condizioni dell’accordo con i creditori vince con oltre il 61%.
Il giorno dopo il ministro dell’Economia, Yanis Varoufakis, si dimette (ieri non ha votato per Syriza ma per Unità popolare). Al suo posto Euclid Tsakalotos. Il 14 luglio il via libera dell’Eurosummit ad 86 miliardi di aiuti in cambio però di riforme durissime. Il 13 agosto la ratifica del Parlamento greco con 44 deputati che lasciano Syriza. Epilogo il 20 agosto con Tsipras che si dimette per avere un nuovo «forte mandato».
METRO

20 Settembre 2015
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