Soria tace sui soldi elargiti in nero
TORINO Non ci sono prove del fatto che l’ex patron del premio Grinzane Cavour, Giuliano Soria, abbia dato soldi in nero a politici e artisti durante la sua gestione.
Viaggia verso l’archiviazione l’inchiesta della procura di Torino avviata all’indomani del coup de théatre di Soria che, nel bel mezzo di un processo in cui era accusato di peculato, era intervenuto per parlare di denari in nero elargiti a destra e a manca. In particolare Soria aveva parlato di soldi dati ad assessori e artisti e anche all’allora sindaco di Torino, Sergio Chiamparino in vista della campagna elettorale del 2010. I magistrati nei mesi successi hanno poi convocato Soria per un interrogatorio. Ma a quel punto il patron, che nel frattempo era stato indagato per finanziamento illecito ai partiti, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nessuna precisazione, nessun documento, niente che potesse permettere ai pm di ricostruire ogni singolo episodio. A ciò si aggiunge che sulle accuse incombe anche il rischio prescrizione. Da qui la decisione di chiedere l’archiviazione. E adesso spetterà al tribunale valutare se mettere la parola fine a questa vicenda.
Intanto i protagonisti delle accuse di Soria stanno alla finestra a guardare: in molti avevano annunciato querele, smentendo quando raccontato da Soria, ma al momento agli avvocati del professore non risulta che nessuna abbia poi dato seguito alle minacce.
REBECCA ANVERSA
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