Docter: “Con Inside Out insegnamo a crescere”
ROMA Ciò che si perde e ciò che si impara. Cosa lasciamo per sempre crescendo e cosa conquistiamo, magari con fiumi di lacrime. Di questo parla “Inside Out”, nuovo capolavoro Disney-Pixar, dal 16 nei nostri cinema. Al regista del film, Pete Docter, abbiamo chiesto come è nata l’idea del film e perché dare forma ad alcune emozioni piuttosto che ad altre.
Mr. Docter, come ha affrontato il tema della crescita?
Mettendo direttamente sotto i riflettori le emozioni che affollano la nostra mente come se fossero dei personaggi. All’inizio doveva essere una commedia, poi man mano è diventato un film sulla crescita e su ciò che si perde.
Perché questa cambiamento strada facendo?
Perché volevo parlare di questo, il senso della perdita: l’ho vissuto più volte nella mia vita e, da adulto, sento fortemente che crescere significa perdere molte cose in cambio di pesanti responsabilità.
Ma il film è pieno di sorrisi!
Certo, perché mixiamo sempre risata e riflessione, in modo che anche il film possa essere letto a più livelli.
Come avete deciso quali emozioni rendere protagoniste?
Ci siamo consultati con molti psicologi una volta deciso che la protagonista avrebbe avuto 11 anni.
Anche il ruolo di Tristezza si è definito strada facendo?
Sì. All’inizio Tristezza è emarginata, ma poi si capisce che, nell’adolescenza, solo lasciandole il suo spazio, si riesce a evitare che diventi depressione. Il film questo insegna: un buon pianto spesso è il miglior dottore!
SILVIA DI PAOLA
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