Allo Strehler Philip Glass porta in scena “Akhnaten”
MILANO Una doppia proiezione costruita sui reperti archeologici del Museo Egizio di Torino farà da sfondo sul palco del Teatro Strehler dell’attesissima prima italiana di “Akhnaten”, l’opera in tre atti ed un epilogo di Philip Glass che, in forma di concerto, verrà eseguita martedì, alle 20, dall’Orchestra e dal Coro del Teatro Regio di Torino, diretta da Dante Santiago Anzolini, per il festival “MiTo SettembreMusica”.
Un appuntamento che descriverà in musica il regno e la caduta del faraone Akhnaten, colui che, per primo, si sforzò di affermare il monoteismo.
Glass si affascinò a questo personaggio quando, all’inizio degli anni Ottanta, gli capitò tra le mani un libro di Immanuel Velikovskij, intitolato “Oedipus and Akhnaten”, in cui lo scrittore sosteneva che le vicende di Edipo erano già ben note all’epoca del faraone Akhnaten.
Fu così che il celebre ed eclettico compositore statunitense, che ha collaborato nella sua carriera anche con divi del pop-rock come Brian Eno e David Bowie, decise di farne l’argomento della terza opera di una sua fortunata trilogia, la “Portrait Trilogy”, completata dalla minimalista “Einstein on the Beach” su Albert Einstein e dal simil-oratorio “Satyagraha” sul Mahatma Gandhi, personaggi tutti guidati da una visione interiore che travalicava l’epoca in cui vissero.
E in questa sua “Akhnaten” i destini di Edipo e del faraone si vestono ora di una quantità di suggestioni storiche, archeologiche e filologiche che danno vita ad un’opera di raro fascino che ebbe la sua prima teatrale nel 1983 all’Opera di Stoccarda (Info: 02 88464725).
ANTONIO GARBISA
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