Mastrangelo: Tutto il mondo in un chilometro
MILANO. Su e giù per lo Stivale – tra Matera, Cuneo, Macerata, Modena, Roma, Taranto – e in giro per il mondo con la maglia azzurra. Gigi Mastrangelo ha raccolto successi praticamente ovunque. Lui, uno dei “muri” più temuti e rispettati della Pallavolo mondiale, ha un solo rimpianto: lo stesso di un intero movimento nazionale, quella medaglia d’oro alle Olimpiadi di Atene 2004 svanita sul più bello, come nel 1996 ad Atlanta. Oggi ha smesso di giocare ma non di allenarsi, tanto da essere stato scelto come Expo Ambassador per via di quel suo stile di vita e alimentare ineccepibile.
In carriera ha vinto tantissimo, sia con il club che in azzurro, a quale titolo è più legato?
La medaglia d’argento all’Olimpiade di Atene 2004, perché è la manifestazione più importante per qualsiasi atleta. E poi perché, per noi, fu un po’ come un oro bianco.
Il rimpianto?
Sempre quella partita, siamo arrivati a un passo dall’oro che, nel volley, l’Italia sta cercando da tante Olimpiadi, quella partita poteva cambiare la vita a tutti. Il rimpianto resterà in tutto il movimento finché non vinceremo il metallo più prezioso.
La partita che non potrà mai dimenticare?
La finale degli Europei vinta a Roma, nel 2005, l’anno dopo Atene. Fu una partita in rimonta, dopo aver vinto il primo set ci siamo ritrovati sotto 2-1. Poi al tie break uscì tutta la cattiveria agonistica e vincemmo. Si creò un tutt’uno tra noi in campo e i tifosi sugli spalti, una sensazione meravigliosa.
La sua è stata una generazione di grandi talenti. Era difficile andare d’accordo con tutti, com’era il clima nello spogliatoio?
In nessun gruppo si va mai tutti d’accordo, ci sono tante teste diverse, è normale. Ma l’unica cosa che conta è il campo, il gioco di squadra deve comunque rimanere lo spirito, ci deve sere in campo.
Quanto è importante l’alimentazione per un’atleta del suo livello?
Aiuta molto, soprattutto in vista delle gare. La nostra dieta prima della partita era ricca di carboidrati, tante verdure e carne bianca. Però io, a dire la verità, non ho mai fatto grandi rinunce, fisicamente me lo potevo permettere. Alcuni colleghi, invece, dovevano stare attenti.
C’è un piatto a cui non riusciva a rinunciare durante la preparazione?
La pasta e fagioli di mia madre, me la sognavo la notte, ma anche volendo era impossibile da mangiare sotto preparazione, la dieta era ferrea e eravamo controllatissimi dai dottori.
A dire la verità, è ancora in grande forma. Si fa fatica a definirla “ex”, qual è la sua ricetta?
Io continuo ad allenarmi per i fatti miei, faccio un lavoro fisico importante, un po’ quello che dovevo seguire da giocatore. Lo faccio perché mi piace e mi serve per stare bene, non smetterò mai fin quando potrò.
Ci sono dei falsi miti su cibo e sport?
C’è chi dice che mangiare dolci prima della gara possa servire, ma i dolci non fanno bene. Un vero professionista non sperimenta.
Come se la cava in cucina?
Non sono un grande cuoco, diciamo che non muoio di fame. So cucinare quello che mi garantisce la sopravvivenza, una bistecca, delle uova e una pasta al pomodoro la riesco a fare.
Lei ha partecipato a Ballando con le stelle. Parteciperebbe a un cooking show?
Per imparare, sì. Credo servano a questo, sono studiati per imparare, non sono rivolti ai cuochi veri e propri. Se ci fosse un cooking show in cui tutti i concorrenti partissero dalle mie stesse condizioni, parteciperei.
Al di là delle polemiche, cosa rappresenta questo Expo per l’Italia?
È importante per Milano, ma anche per tutta l’Italia e tutta l’Europa. Ci sono tanti giovani che visitano Expo e hanno la possibilità di confrontarsi con il resto mondo sul nostro comune futuro. È un evento in cui si trattano tanti temi, a partire dallo spreco alimentare e energetico. Per l’Italia è una finestra sul mondo, per chi lo ha visto è bellissimo. Non basta un giorno per vederlo tutto, va visitato assolutamente perché in un chilometro e mezzo si gira tutto il mondo.
Che effetto fa essere Expo Ambassador?
In un anno così importante per l’Italia è bello che ci siano figure come quella che rappresento io, l’atleta. Penso sia modo per associare a un evento tanto importante delle figure che rappresentino uno stile di vita sano e un’alimentazione corretta. Essere stato scelto come Ambassador è stata una grande soddisfazione.
Un consiglio a chi vuole visitare Expo?
Prendersi almeno 3-4 giorni di ferie, è il tempo minimo necessario per vedere tutto. Va fatto perché si arricchisce il bagaglio culturale e personale.
Qual è la cucina straniera che le piace di più?
A me piace molto la carne, quindi amo la cucina brasiliana, specialmente la Picanha. Per il resto amo la semplicità in cucina, e la nostra è il top nel mondo, abbiamo tutto per primeggiare, dovremmo solo valorizzare di più quello che abbiamo. Ad esempio, io sono pugliese, e l’olio delle mie parti, insieme a quello toscano, è tra i migliori in assoluto.
Cosa farà da grande?
Ora sto lavorando in tv, ma il mio sogno resta quello di fare l’attore. Strada facendo vedremo cosa succederà.
FLAVIO DI STEFANO
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