Gene Gnocchi
5:00 pm, 10 Settembre 15 calendario

Gnocchi: Questo Expo dovrebbe unire tutti

Di: Redazione Metronews
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MILANO. Irriverente, estroso e imprevedibile. Gene Gnocchi è un vero e proprio numero 10 della comicità. Live, su carta stampata o in tv fa poca differenza, con lui non ci si annoia mai. Svariando a tutto campo, dribbla le banalità e fa divertire suo pubblico.
Che idea si è fatto di Expo?
Leggo notizie contrastanti, chi ci è già stato dice che è bello, ma sembra che ci siano meno presenze di quanto ci si poteva immaginare. Comunque, finora, io ho raccolto molti pareri positivi, pare si respiri una bella atmosfera e ci sia una buona organizzazione. Poi apro i giornali e leggo su giornali che è un mezzo flop, non so cosa pensare.
Andrà a visitarlo?
Certo. Mia madre fa la cuoca, per i primi di settembre andrò con lei, per toccare con mano e farmi un’idea mia. E poi sono molto curioso.
Secondo lei, l’occasione dell’Esposizione, è stata colta nella maniera giusta?
Credo sia ancora presto per dirlo. È un bilancio che si potrà fare tra un po’, mentre è in corso è difficile calcolare l’impatto sul territorio e l’immagine che arriva all’estero di Milano e tutta l’Italia più in generale. L’impressione è che siamo sempre in mezzo al guado, queste iniziative dovrebbero unificare, creare un’unità di intenti. Invece le polemiche per l’appalto o la voglia di criticare il Governo Renzi rende Expo una materia del contendere che prescinde dalla qualità del contenuto.
E lei come se la cava in cucina?
Fortunatamente, non solo mia madre è cuoca, ho anche due fratelli che hanno altrettanti ristoranti. Quando vivevo a Faenza avevo un sistema di teleferiche che passavano sulla città e portavano le teglie direttamente a casa mia. Ora che non vivo lì è più difficile, ma quando torno mi approvvigiono a sufficienza. Anche perché io, in cucina, sono completamente nullo.
Il suo piatto preferito?
L’anguilla fritta, ne vado proprio matto. Mio padre sin da piccolo mi portava a mangiare in una trattoria sul Po, e c’era questo signore che la friggeva in un modo pazzesco. Ho continuato ad andare sempre li finché non è morto. Non ne ho mai più mangiata una così buona.
Come sta passando questa estate?
In giro per l’Italia con i miei spettacoli. E poi mi sto rilassando, ho consegnato il mio nuovo romanzo che uscirà il 10 settembre per Bompiani?
Di cosa si tratta?
Si intitola “Cosa fare a Faenza quando sei morto”. È la storia di uno che non ce la fa più a vivere, sale sull’acquedotto di Cervia per gettarsi di sotto. Sono molte le vicende che lo hanno portato a questa decisione, ci sono anche dei personaggi riconoscibili.
E invece come sta andando la nuova avventura con Gazzetta Tv?
Molto bene. Ora riprendiamo con l’inizio del campionato. L’idea è quella di proporre un Rompipallone, di quattro o cinque minuti, tutti giorni in coda ai tg e alle news.
Avete pensato a un programma più lungo?
Sì, mi piacerebbe una versione estesa, magari di una ventina di minuti, ma forse non sono i tempi giusti questi. Il calcio è diventato refrattario a farsi prendere in giro, vedo sempre più intolleranza e sempre meno capacità di sorridere da parte dei protagonisti. È tutto più difficile.
C’è stato qualcuno che si è offeso per un suo Rompipallone?
So che qualcuno se l’è presa, magati mi è arrivata alle orecchio qualche rimostranza, ma niente più di questo. Non siamo mai arrivati arrivare alla censura, giusto qualche prurito, senza arrivare all’esternazione diretta.
Parliamo di Serie A. Che campionato sarà?
Credo che vedremo un maggiore equilibrio. La  Juventus farà fatica ad uccidere il campionato, non come le ultime quattro stagioni, mi aspetto una lotta per lo scudetto lotta almeno fino alla fine. Roma, Milan, Inter, Napoli e Lazio possono dare molto fastidio.
Lei è anche un grande esperto di talenti. Chi bisogna tenere d’occhio quest’anno?
Mi intriga Morrison della Lazio. Dybala non più sorpresa, ma sono curioso di vederlo all’opera in una grande. E poi c’è Bernardeschi che, dopo il lungo infortunio, si riproporrà per suo valore. Più di tutti, però, mi intriga Morrison.
È vero che sul comodino vicino al suo letto tiene tre foto, di Savicevic, Totti e Morfeo?
Sì. Savicevic è un genio assoluto, il mio calciatore preferito. Poi c’è Totti. Morfeo è stato un grande talento. Sono tre giocatori per cui è sempre valsa la pena di andare di andare allo stadio.
E oggi, per chi vale la pena andare allo stadio?
Forse per Cassano…
E lei, invece, spera ancora di esordire in Serie A?
No. Ormai sono troppo vecchio.
FLAVIO DI STEFANO

10 Settembre 2015
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