Verso Rio 2016 Novità, storia e curiosità delle Olimpiadi
OLIMPIADI Parte il conto alla rovescia per le prossime Olimpiadi, che si terranno in Brasile, a Rio de Janeiro, nel 2016. Corsa contro il tempo per l’adeguamento delle strutture (i maggiori problemi sono tutt’ora segnalati per quanto riguarda l’acqua dove si terranno alcune gare, che risulta altamente inquinata) e per conquistare i pass per partecipare. Ci sono già qualificazioni eccellenti ed esclusioni dolorose, nonché sfide mozzafiato come quelle nella scherma, dove le nuove regole prevedono due atleti per nazione in base a una complessa classifica a punti che tiene gli atleti in bilico sul filo della lama.
La cerimonia di apertura si terrà il 5 agosto al Maracanà, mentre quella conclusiva, nello stesso mitico stadio (che però per la prima volta nei giochi olimpici non ospiterà le gare di atletica ma solo le cerimonie), sarà il 21 agosto.
Come in ogni edizione olimpica ci saranno delle novità. Prima fra tutte l’introduzione di due nuovi sport. Il golf mancava da oltre un secolo (era presente nel 1900 a Parigi e nel 1904 a Saint Louis) e stavolta darà medaglie. Torna anche il Rugby (per il quale gli italiani hanno già fallito la qualificazione) ma in una inedita forma di gara fra squadre di sette elementi, che non esiste in nessun campionato. Gli sport saranno quindi 28, con 42 discipline, per assegnare 297 medaglie. Come sempre l’atletica leggera la farà da padrone, con ben 47 medaglie da assegnare. Segue il nuoto con 32 e il ciclismo con 18.
Secondo le attuali previsioni, basate su dati raccolti da Infostrada Sports, a farla da padrone saranno gli Stati Uniti con quasi 100 medaglie, seguiti da un testa a testa fra Cina e Russia. Non buone al momento le previsioni per l’Italia, stimata al decimo posto del medagliere con 25 podi (meno delle recenti edizioni) di cui solo sei ori. Pesa comunque lo strano regolamento che esclude il fioretto a squadre dalle gare di scherma: due titoli mondiali appena conquistati dalle squadre azzurre maschile e femminile. Per gli atleti azzurri come per gli altri ci sono ora gli ultimi mesi di tempo per cercare di guadagnare il pass olimpico e poi tentare di migliorare le previsioni a suon di prestazioni. Fermo restando che la magia delle Olimpiadi sta nel conquistare il trionfo in quel singolo attimo davanti al mondo, e le sorprese sono sempre possibili: speriamo a nostro favore.
Intanto si sa che sarà Armani a vestire gli azzurri e che è iniziato il dibattito sul prestigioso ruolo di portabandiera. A contendersi l’onore di portare il Tricolore per ora sembrano essere tre mostri sacri dello sport italiano, tutti e tre già qualificati per Rio: il pugile Clemente Russo (alla quarta Olimpiade, con due argenti), la nuotatrice Federica Pellegrini (quattro Olimpiadi, ha vinto a Pechino 2008), e Tania Cagnotto (quinta Olimpiade, nessuna medaglia, ma fresca campionessa del mondo nel trampolino da un metro).
Curiosità sulla storia dei Giochi Olimpici
Qualche curiosità: quelle di Rio saranno le prime Olimpiadi in Sudamerica (per coincidenza anche col primo Papa sudamericano). Si tratterà dei 31mi Giochi Olimpici. Ma le Olimpiadi finora non sono state trenta. La storia dei Giochi Olimpici infatti è molto travagliata, e piena di sorprese. Anche la numerazione porta le cicatrici di quanto è successo in più di un secolo di vita, e a questo mero calcolo numerico si vanno poi ad aggiungere alcune curiosità.
I Giochi Olimpici moderni, come è noto, furono inventati e fortemente voluti dal barone francese Pierre De Coubertin. Sono legati a uno spirito di pace e fratellanza universale, come in effetti era nelle intenzioni di De Coubertin, ma pochi sanno che lo stesso inventore aveva anche in mente di restituire ai giovani francesi lo stimolo e l’abitudine all’esercizio fisico, perché secondo lui il venir meno di questo elemento era stato alla base della sconfitta della Francia da parte della Prussia nel 1870. Olimpiadi per la pace, quindi, ma anche per preparare soldati migliori, seppur nella speranza di non doverli mettere in campo se non per sport. Se poi nell’antichità le Olimpiadi fermavano le guerre, nell’età contemporanea le guerre hanno fermato le Olimpiadi. È questo infatti il principale motivo perché i conti dei Giochi Olimpici non tornano. Dalla Prima Olimpiade di Atene 1896 all’ultima edizione disputata a Londra nel 2012, ci sono 29 cicli quadriennali, quindi contando inizio e fine 30 tappe olimpiche, ma solo 27 sono state effettivamente disputate. Le tre mancanti sono state regolarmente assegnate e restano nel computo, ma non sono mai state disputate. Causa, la guerra. La Prima Guerra Mondiale, per la precisione, fece saltare la possibilità di disputare i Giochi Olimpici che nel 1916 dovevano essere tenuti a Berlino: nessuna tregua olimpica fu in grado di interporsi nel massacro che avveniva nelle trincee di tutta Europa. Sempre la guerra, la Seconda Guerra Mondiale con tutti i suoi orrori, la ebbe vinta per ben due volte su qualsiasi spirito olimpico, su qualsiasi desiderio di competizione pacifica. Nonostante allora si trattasse di un Paese non ancora del tutto belligerante (a parte le decennali guerre coloniali) il Giappone non ospitò l’edizione prevista a Tokyo nel 1940, che doveva tenersi congiuntamente a Helsinki, capitale della Finlandia a quell’epoca invasa dai sovietici. Impensabile poi che si potesse svolgere un evento sportivo di livello internazionale nell’Europa stremata del 1944, e tantomeno nella malridotta Londra, benché la capitale britannica ebbe poi l’orgoglio sufficiente per ospitare nel 1948 i primi Giochi Olimpici del dopoguerra.
L’Olimpiade perduta
Se ci sono quindi tre Olimpiadi in meno, c’è però anche la storia poco nota di un’Olimpiade in più. O meglio, di una gara sportiva che ha sempre voluto essere un’Olimpiade ma continua a vedersi ostinatamente respinta la sua ambizione. Di elementi favorevoli ne aveva molti. Era il 1906, eravamo ad Atene e si celebrava il decennale dell’istituzione delle Olimpiadi moderne. Parteciparono 20 Paesi, un grande successo per l’epoca. Ed è accertato che i 903 atleti partecipanti in 17 sport erano convinti di competere in Giochi Olimpici. Ma no, questi Giochi Olimpici intermedi (cioè sfasati rispetto al ciclo quadriennale), il CIO non li vuole proprio riconoscere, e già nel 1905 preferì istituire dei Giochi quadriennali negli anni pari non olimpici, inizialmente chiamati “Jeux Internationaux Olympiques d’Athènes”. La situazione politica e bellica impedì però che questa manifestazione si ripetesse e prendesse piede. L’edizione del 1906 fu però un grande successo, ma ancora nel 1949 la richiesta di considerarla ufficiale e di numerarla come 3b venne respinta da una commissione del CIO. Eppure le edizioni ufficiali di Parigi 1900 (che poi in realtà si era chiamata Concorso internazionale di esercizi fisici) e di Saint Louis 1904 erano ben lungi dall’essere andate altrettanto bene.
OSVALDO BALDACCI
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