Silenzio-assenso
10:43 am, 31 Luglio 15 calendario

“Con il silenzio assenso uccideremo il nostro Paese”

Di: Redazione Metronews
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Sembra trascorsa un’era geologica da quando l’allora vicepresidente dei senatori Pd Luigi Zanda disse: “Berlusconi dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa alla cultura italiana per le dimissioni di Andrea Carandini, grande archeologo e persona perbene che oggi si è ribellato all’assassinio della cultura italiana”. Era il 2009 e Carandini si dimise “irrevocabilmente” da presidente del Consiglio superiore dei beni culturali per la “constatazione dell’impossibilità del ministero di svolgere quell’opera di tutela e sviluppo del patrimonio culturale stante la progressiva e massiccia diminuzione degli stanziamenti di bilancio”. 
Sei anni dopo, in un luglio caldissimo e già quasi vacanziero, arriva il dl Madia a dare quello che da più parti viene definito il colpo di grazia ai nostri Beni Culturali. La pensano così le ventimila persone che in poche ore hanno firmato la petizione su change.org lanciata da autorevoli personalità della nostra cultura: Salvatore Settis, Tomaso Montanari, Alberto Asor Rosa, Dario Fo, Vittorio Emiliani, giusto per citarne alcuni. “Il disegno di legge Madia sulla riorganizzazione dell’amministrazione statale – scrivono nel manifesto appello – prevede la confluenza delle Soprintendenze nelle Prefetture. Si tratta del più grave attacco al sistema della tutela del paesaggio e del patrimonio culturale mai perpetrato da un Governo della Repubblica italiana. Anzi, l’attacco finale e definitivo”. 
Metro ha sentito Vittorio Emiliani, tra i firmatari dell’appello, giornalista, scrittore, saggista e tra l’altro presidente del Comitato per la Bellezza. «Questo governo – ci dice – sta riuscendo dove neanche Berlusconi aveva ottenuto». 
A cosa si riferisce?
Lo svilimento del settore con il taglio dei fondi è stato sistematico ma l’introduzione del silenzio assenso è sicuramente il colpo di grazia. Significa che se entro poche settimane – 60 giorni – le Soprintendenze non si esprimono su progetti, richieste di lottizzazioni, che arrivano continuamente, il silenzio si tradurrà automaticamente in un assenso tout court. Uno scenario non certo improbabile, anzi sarà molto frequente visto che ogni tecnico ha una montagna di pratiche delicate da sbrigare per ciascuno dei giorni lavorativi. Siamo alla macelleria della tutela.
Qual è lo scenario più probabile?
Consideri che ogni tecnico delle sovrintendenze ha 4-5 pratiche al giorno da verificare. E le pratiche non sono solo scartoffie ma comprende ispezioni, ricerche cartolari, visite a cantiere. Una mole impossibile da sostenere. È naturale che non riuscirà a sbrigarle tutte nel tempo necessario a impugnarle o dissentire… 
L’altro aspetto della legge Madia è l’accorpamento delle sovrintendenze con le prefetture, proprio nell’ottica della sburocratizzazione…
Una cosa è combattere l’eccessiva burocrazia, un’altra è affossare il comparto culturale. Questo accorpamento avviene mentre si svuotano le prefetture. Bisogna potenziare gli uffici, stabilizzare i fondi: l’Italia ha 20mila centri storici, mille almeno di una bellezza straordinaria. A Renzi non piacciono i controlli, dice che fanno perdere tempo, ma invece sono necessari!
Perchè questo silenzio dei media?
La maggior parte dei giornali sono in mano a costruttori, proprietari di terreni, professionisti che hanno interesse affinchè questo disegno di legge vada in porto così com’è. 
Lei cosa farebbe?
Innanzitutto mantenere l’unitarietà del ministero, valorizzare il nostro patrimonio culturale. Partendo dalla consapevolezza che anche il Louvre è in passivo: i musei non sono macchine da soldi, come pensa il premier, ma il turismo culturale è sicuramente fonte di ricchezza, a tutti i livelli. 
STEFANIA DIVERTITO

31 Luglio 2015
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