Maurizio Guandalini
5:00 pm, 23 Luglio 15 calendario

Liberi di entrare ma non di uscire

Di: Redazione Metronews
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Umberto Eco aveva innescato la miccia sul sciocchezzaio,  patetico, dei social. Nel frattempo c’è stata la discussione sulle sanzioni ai blog, macchina del fango. Poi, il silenzio. Un noto motore di ricerca offre l’opportunità di togliere gli url inutili e insultanti che compaiono al digitare del nome di ognuno di noi. Un servizio, solo in apparenza, diga dello sport preferito:  dileggiare. Solo in apparenza perché, in pratica, non risolve nulla. Se digitando il proprio nome e cognome compaiono, ad esempio,  url di offese che ledono la professionalità di una persona, e si scrive al noto motore di ricerca chiedendo di rimuoverli (perché irrilevanti, obsoleti o comunque discutibili), state pur certi che troveranno mille cavilli per non farlo, inserendovi in un vortice di rimandi che vi faranno ritrovare al punto di partenza. Al primo step di ‘removals’ ti dicono che loro non si occupano di diffamazione, ma comunque la “presunta”, per loro, diffamazione la lasciano perché di interesse pubblico (se sei una persona pubblica). Una risposta commerciale: se qualcuno, dicono loro, chiede i servizi della persona dileggiata conosce la reputazione. Per la serie: l’ego napoleonico del motore di ricerca. Si va su un motore di ricerca per avere notizie affidabili su una persona? Questo  “lasciar fare” segna un punto a favore di chi vuole mettere sanzioni, e giri di vite, ai vari blog fai da te. Ma la trafila del noto motore di ricerca non è finita. Ti indirizzano al support-legal che si occupa di diffamazione.
C’è la solita trafila tra moduli e invii. La risposta: non si fa nulla. Il povero diffamato deve rivolgersi al webmaster per sollecitare la rimozione della copia cache. E se nemmeno questo darà un esito rivolgersi al Tribunale. Con la  fotocopia della sentenza del Tribunale, forse, il noto motore si muove. Siamo alla stregua del Politburo dei Soviet. Il disequilibrio è: libertà in entrata e divieti, capestro, in uscita. E in più c’è da dimostrare lo stato di insulto e di dileggio. Il motore di ricerca ha la funzione di selezionare? Sì, perché ci sono dei filtri. Se non riesce adempiere al suo ruolo devono intervenire  l’Autorità di competenza e il Parlamento, velocemente,  colpendo una prassi che, se lasciata correre, può ingenerare, già lo fa, una corsa al peggio. Sarà vantaggioso anche per la reputazione, e l’affidabilità, del servizio (ma sarà una loro priorità?), dei motori di ricerca,  tenutari, e offerenti,  nel loro cervellone,  della sporcizia più varia. Una cloaca inservibile e ingestibile soprattutto se lasciata alla mercé degli usi più biechi.
MAURIZIO GUANDALINI
Giornalista ed economista

23 Luglio 2015
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