Willem Dafoe
8:16 pm, 21 Luglio 15 calendario

I primi 60 anni del camaleonte Dafoe

Di: Redazione Metronews
condividi

CINEMA Non solo il Cristo tormentato di Martin Scorsese, ma anche l’uomo che cede all’Anticristo di Lars von Trier, il sergente buono di “Platoon”, il cattivissimo dolente Goblin di “SpiderMan”, il paraplegico alcolizzato di “Nato il quattro luglio”, e, ultimamente, persino il Pasolini di Abel Ferrara. Sa essere tutto Willem Dafoe con la sua faccia che, come lui stesso ammette , «sembra di gomma», anche se si è trovato spesso a giocare da cattivo. E a morire da cattivo. Ma nella vita reale Dafoe pensa a vivere. Alla grande. E oggi, che compie 60 anni, più che mai: «Mi sento poco più che 20enne e molto più  saggio. Purtroppo tutto passa più in fretta e devo badare al mio fisico con sana alimentazione, verdure e yoga, che ti aiuta a relazionare mente e corpo». 
Facendo un bilancio, c’è  un film più importante degli altri?
Forse “Vivere e morire a Los Angeles”, anche se “Platoon” è stato quello che mi ha dato grande notorietà, due nomination agli Oscar… Ma dopo “Platoon” non  è stato facile trovare bei ruoli.
Nella sua lunga carriera, è cambiato l’approccio ai personaggi da interpretare?
Recito come sempre: tiro fuori tutto da me, soprattutto la parte animalesca e resto convinto che i ruoli non si interpretano, ma si costruiscono. A partire da me stesso.
Ne “Il luogo delle ombre” (nei cinema da giovedì) di Stephen Sommers, regista de “La Mummia”, sarà il capo della polizia alle prese con un ragazzo che vede e sente i morti: si sente più a suo agio in ruoli da cattivo?
No. Poi io più che cattivi ho interpretato personaggi ai margini, anche breve persone escluse dalla società, magari colpevoli di atti criminali, ma non davvero cattive. 
SILVIA DI PAOLA

21 Luglio 2015
© RIPRODUZIONE RISERVATA