Iran, accordo sul nuceare Si apre una nuova era di dialogo
IRAN Nove anni di negoziati sotto l’incubo di un’altra possibile guerra in Medioriente. Innumerevoli rinvii, maratone notturne, scadenze prorogate. Alla fine l’accordo sul nucleare iraniano – da più parti definito storico – è stato raggiunto a Vienna. «Un momento storico» che apre un «nuovo capitolo delle relazioni internazionali», ha esultato l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini, presentando quello che «non è solo un accordo ma un buon accordo, per tutti» che «contribuirà in modo positivo alla pace e sicurezza regionale e internazionale». L’intesa «non è perfetta, ma è quella che potevamo raggiungere», le fa eco il ministro degli Esteri iraniano, Zarif, esprimendo grande soddisfazione per «un nuovo capitolo di speranza».
Risolti in nottata alcuni dei punti più controversi. Ad esempio quello sull‘ e’embargo delle armi a Teheran, alleggerito con alcuni vincoli. E quello sui controlli: «l’accordo non si basa sulla fiducia ma sulla verifica – ha sottolineato il presidente Usa Obama – L’Aiea avrà accesso quando e dove è necessario», e questo comprende anche i siti militari. Inoltre è stato chiarito che se gli impegni non verranno rispettati, tutte le sanzioni saranno rispristinate. Assicurazioni sono arrivate dal presidente iraniano, Hassan Rohani, che in un discorso in diretta tv, ha promesso che «se le potenze rispetteranno l’accordo, anche l’Iran vi si atterrà». Si tratta, ha aggiunto, del frutto di «un negoziato che fa vincere tutti» e in cui l’Iran «non ha chiesto elemosine». Un accordo che permette al mondo di «tirare un sospiro di sollievo», ha commentato il presidente russo Putin.
Quelli che dicono no
Ora bisogna verificare se l’accordo – nonostante le permanenti opposizioni di Israele e Paesi sunniti – potrà avere ricadute anche sulla stabilizzazione delle altre aree di crisi mediorientali, vale a dire Iraq, Siria e Yemen. Non sono infatti tutte favorevoli le voci che commentano l’accordo teso a scongiurare la costruzione di una bomba atomica iraniana. Ferma condanna arriva da Israele. Per il premier Netanyahu si tratta di un errore storico che minaccia Israele, il quale non si sente vincolato da esso ed è pronto a difendersi in ogni modo. Riserve anche dai Paesi arabi sunniti come Arabia ed Egitto che temono l’egemonia iraniana. Ma la battaglia è anche in casa statunitense. I repubblicani americani hanno subito espresso il loro parere negativo all’accordo sul programma nucleare dell’Iran aprendo la strada a un confronto serrato al Congresso, dove hanno la maggioranza. Il presidente Obama ha avvertito che porrà «il veto a qualsiasi legge che impedisca l’attuazione dell’accordo».
OSVALDO BALDACCI
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