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8:13 pm, 9 Luglio 15 calendario

Digiuno per rompere l’indifferenza sui diritti

Di: Redazione Metronews
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INTERVISTA L’onorevole Ivan Scalfarotto è tra i membri più autorevoli del Governo Renzi. Si candidò nel 2005 alla guida del Partito Democratico, di cui fu successivamente vice presidente per quattro anni. Attualmente è Sottosegretario del Ministero delle Riforme Istituzionali. Ha guadagnato l’interesse della stampa internazionale avendo deciso un digiuno per richiamare attenzione sulla Legge per le unioni civili.
Onorevole: come procede il digiuno?
È una nuova esperienza per me, quindi cerco di ascoltare il mio corpo con attenzione e anche con una certa curiosità. Oggi sono al decimo giorno e ho perso circa 5 chili. La fame è passata presto, dopo circa tre giorni. Psicologicamente va piuttosto bene, il cervello umano è evidentemente uno strumento potentissimo. Insomma, sono bene attrezzato per proseguire.
La sensazione è che alcuni tra noi siano abituati a guardare il dito che indica la Luna: la sua decisione è criticata in una strana saldatura che unisce destre retrive e attivisti del movimento LGBT.
Il digiuno è un’azione sì politica, ma che ha una profondissima caratterizzazione personale. Si mette in gioco il proprio corpo, e questa non può che essere una scelta assolutamente individuale. Le critiche sul mio agire sono perfettamente legittime, ma non possono mettere un limite alla mia libertà di agire per quelle che sono le mie convinzioni più profonde.
Quindi, non è la sua una posizione contro qualcuno, ma per favorire un reale dibattito in merito alla negazione di diritti fondamentali?
Esatto. Io preferisco parlare di “digiuno” invece che di “sciopero della fame”: un po’ perché credo che il mio sia un lavoro e non un’astensione dal medesimo; un po’ perché la parola “sciopero” ha un che di protestatario che non riconosco. Quello che sto facendo è cercare di portare al centro dell’agenda politica un tema che l’Italia per qualche ragione ignora o considera di secondaria importanza, quando invece tutte le altre democrazia occidentali hanno già legiferato sulla materia. Per questo non chiedo in particolare la calendarizzazione in aula della legge sulle unioni civili: quello che mi interessa davvero è che ci sia una presa di coscienza da parte del Paese intero che i diritti delle persone LGBTI sono diritti umani, e che qui siamo in presenza di una violazione di diritti umani. Cosa che un paese grande e importante come l’Italia non può certamente tollerare.
Crudamente: ha messo in conto il disinteresse cinico di una classe politica che nel peggio spesso esibisce il suo meglio?
La “classe politica” non esiste. Esistono buoni politici e cattivi politici. La modernizzazione del Paese passa per il rinnovo delle sue infrastrutture (fisco, giustizia, P.A., scuola, istituzioni), ma anche attraverso leggi che riconoscano i cambiamenti epocali che attraversano la nostra società e il nostro modo di vivere. Il governo lo sa bene, lo ha previsto nel suo programma e dunque è un governo che io categorizzo all’interno della “buona politica”. Ci sono forze però che si oppongono accanitamente al cambiamento, e che possono contare su una sostanziale indifferenza dell’opinione pubblica. E’ proprio questa indifferenza che cerco di rompere, e lo faccio non per contestare, ma al contrario per dare alla politica quel supporto civile che negli anni ’70 consentì di varare grandi innovazioni come il divorzio, l’aborto o il nuovo diritto di famiglia. Sono consapevole che questo modo di attrarre l’attenzione richiede tempo e pazienza, credo di avere sia l’uno che l’altra, vedremo insieme fino a dove sarà necessario spingersi.
CLAUDIO CAMARCA

9 Luglio 2015
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