La Corte dei Conti bacchetta il Pirellone

REGIONE Troppe consulenze esterne; aumento dei costi per “apparati e segreterie”; una  sanità caratterizzata da “eclatanti e diffusi” episodi di corruzione e da pochi controlli sulle prestazioni erogate. Sono i tre fronti sui quali la Corte dei Conti ha bacchettato ieri Regione Lombardia. Pur  certificando la “regolarità” del Rendiconto per l’esercizio finanziario 2014”, i magistrati contabili non hanno risparmiato critiche alla giunta Maroni.
Troppe collaborazioni
Come nel 2012 e nel 2013, la Lombardia anche nel 2014, con 1.664.631 euro, ha sforato il tetto di spesa fissato dalle legge per le collaborazioni esterne configurando “una grave e reiterata irregolarità finanziaria”. Emerge poi “un aumento dei costi degli apparati delle segreterie” politiche e degli staff  della giunta regionale “che passano dai 4.735.186 euro del 2013 ai 5.502.466 del 2014”. Troppo elevato per i magistrati anche il numero dei manager con “funzioni organizzative” (592). Criticati poi i rapporti che la Regione ha con le partecipate, come Ilspa e Ferrovie Nord Milano.
Ma il nodo è la sanità
Tuttavia il vero nodo resta la sanità, che pesa per “circa l’80,4% delle spese correnti”. Per la Corte oltre a “eclatanti e diffusi” casi di corruzione registrati negli ospedali lombardi, sono emersi anche “singoli e sempre più frequenti casi di malpractice”. E proprio questi casi di mala sanità – nel 2014 le denunce  state 141, un dato 5 volte superiore al 2009 –  “inducono a ritenere prioritaria una sempre più penetrante azione di controllo, principalmente rivolta, oltre che alla efficienza delle strutture e  degli interventi, anche alla trasparenza dell’azione amministrativa in ambito sanitario”.
Altra nota dolente, “l’accertamento dei requisiti di accreditamento” delle strutture private che ricevono rimborsi dal Pirellone.  Per i giudici il controllo deve riguardare “non solo la congruità ma anche l’appropriatezza delle prestazioni erogate”. METRO