Grecia
7:39 pm, 28 Giugno 15 calendario

Atene costretta a chiudere le banche e la Borsa

Di: Redazione Metronews
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ROMA La Borsa di Atene oggi resterà chiusa e potrebbe non riaprire per tutta la settimana. Chiusi anche gli sportelli bancari dove in pochi giorni – con lunghe file ai bancomat – sono stati prelevati 5 miliardi di euro. Lo ha deciso una riunione d’urgenza del governo greco. Ma con la riapertura di oggi dei mercati finanziari, tutta l’Europa attende l’arrivo dell’onda d’urto della rottura delle trattative. Un’onda violenta, considerati i rialzi delle Borse che la scorsa settimana avevano invece premiato l’ottimismo sull’accordo.
Tsipras rilancia
Il governo di Tsipras  tiene alto il livello della sfida. Il Parlamento greco ha dato via libera al referendum per far decidere direttamente ai cittadini, domenica 5 luglio, se accettare o respingere le proposte di accordo avanzate dai creditori (e rese pubbliche sul web con mossa inedita dalla Commissione Ue). Tsipras lancia il “Giorno del No” (Oki, in greco) ma i primi sondaggi vedono prevalere i favorevoli al pacchetto Ue. «Il referendum non riguarda una rottura con l’Europa – ha detto Tsipras – ma difenderemo la democrazia, la sovranità popolare e i valori fondamentali dell’Europa».
Un filo di ossigeno
La decisione del Parlamento è arrivata dopo una giornata ad altissima tensione in cui l’Eurogruppo ha confermato che l’attuale programma di salvataggio scadrà domani. Il Consiglio direttivo della Bce, però, ha deciso di lasciare invariati i fondi per la concessione di liquidità di emergenza alle banche greche. Un filo di ossigeno per tenere in piedi la speranza. Atene, inoltre, non andrà tecnicamente in default il 30 giugno, quando non rimborserà la rata da 1,6 miliardi all’Fmi (che si dovrebbe limitare a prendere atto di un «arretrato sui pagamenti»), ma avrà a disposizione ancora un paio di settimane. Tempo per trattative in extremis, sulle quali potrebbe pesare in modo decisivo e drammatico un’eventuale bocciatura popolare nel referendum.
Pochi effetti in Italia se c’è solo il default
Gli esperti sono concordi: ora non c’è un rischio sistemico di contagio – almeno sino a quando si parla di default pilotato e non di uscita dall’euro della Grecia – e non può ripetersi la tempesta finanziaria che nel 2011 stava per mandare gambe all’aria anche il nostro Paese. Lo scenario che si prefigura è quello di una Grecia che rimane formalmente nell’Eurozona, seppure in uno stato di sospensione. L’Italia reggerebbe il colpo per la sua economia solida e con la Bce pronta a mettere in campo strumenti emergenziali. Ma c’è di più. I risparmiatori rischiano poco perchè un default dei titoli greci c’è già stato nel marzo 2012 (taglio del 50% del valore nominale) e gli «junk bond» di Atene sono usciti dai circuiti delle obbligazioni vendute alle famiglie. Gli economisti de Lavoce.info hanno poi rilevato negli ultimi tempi un basso effetto contagio dalle tensioni legate ai titoli greci (un rischio quasi dimezzato rispetto alla prima crisi).
METRO

28 Giugno 2015
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