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7:53 pm, 24 Giugno 15 calendario

Senza futuro siamo tutti sull’Isola che non c’è

Di: Redazione Metronews
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INTERVISTA Peter Pan è tra noi. Lo psichiatra Vittorino Andreoli, ha riscritto la storia di Peter Pan (Rizzoli-BUR p. 147, euro 11,50), il ragazzino che non voleva crescere e che fugge nell’Isola che non c’è. L’archetipo di Peter Pan, – protagonista di una serie di libri scritti dallo scrittore inglese James M. Barrie nell’800 – aderisce perfettamente al mondo di oggi con una serie di domande chiave. Per esempio: in questi tempi di precariato sentimentale cosa può fare una donna come Wendy per riportare Peter Pan alla realtà? La risposta di Andreoli è la morale di una fiaba assolutamente contemporanea.
Professore, esiste la sindrome di Peter Pan?
Sì, affligge i ragazzi che non vogliono crescere. Ma come spiego nel libro ci sono anche moltissimi Peter Pan adulti. Sono il frutto delle adolescenze ritardate. Di più, adolescenze interminabili.
Cosa accade esattamente?
Ci sono persone di 35-40 anni e oltre che anagraficamente sono adulti ma dal punto di vista psicologico sono ancora adolescenti. Perché non vogliono responsabilità: dipendono dalla famiglia di origine, non hanno un lavoro fisso, una loro casa.
È il non voler crescere ma anche il non poter crescere…
Sì, perché oggi non c’è un futuro. La figura di Peter Pan è l’esempio del fatto che non si riesce più a vedere il futuro. E senza la percezione del futuro non possono esserci neanche i desideri.
Una volta c’era il pater familias. L’uomo Peter Pan chi è?
È come un figlio. È l’adolescente che non vorrebbe avere impegni. Non è attaccato neanche ai legami sentimentali. C’è una regressione nella società di oggi. Siamo già nell’isola che non c’è.
Wendy che ruolo ha?
Wendy è quella che dice: “Ma come facciamo a restare qui nell’isola? Senza casa, da soli. Che vita è?” È il buon senso, la saggezza, quella che ti riporta al calore dei legami veri.
C’è un capitolo che lei ha intitolato “inter-not”.
Sì nell’isola che non c’è ci sono anche gli adolescenti dipendenti da Internet. Sono i ragazzi, ma anche gli adulti, che fuggono assolutamente la realtà. 
ANTONELLA FIORI
@aflowerinlife
 

24 Giugno 2015
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