Riforme
8:08 pm, 9 Giugno 15 calendario

Senato, su ddl Scuola la maggioranza va sotto

Di: Redazione Metronews
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ROMA La mini-tregua proposta dal premier Matteo Renzi – che lunedì nella direzione del Pd aveva detto «prendiamoci altri 15 giorni, ma entriamo nel merito della discussione» – non ha fermato le tensioni sul ddl Scuola. Che ieri sono sfociate in un clamoroso passo falso per la maggioranza a Palazzo Madama. Nella commissione Affari costituzionali del Senato, infatti, non sono passati i requisiti di costituzionalità della riforma (un parere comunque non vincolante).
Dieci contro dieci
I voti sono stati dieci contro dieci (la parità in Senato vale come una bocciatura) e sono state decisive le due assenza di Area popolare, il partito di Angelino Alfano, e il voto negativo espresso da Mario Mauro (Popolari), che ha commentato: «Dal Pd è in corso la solita violenza nei confronti delle istituzioni, vogliono decidere loro come, quando e dove si fa la riforma della scuola». «Il governo non ha la maggioranza, Renzi ironizzava sul Vietnam e sta arrivando. È l’inizio della fine», ha affermato il presidente dei deputati di Fi, Renato Brunetta. Ma dal Pd si getta acqua sul fuoco: «Si è trattato di un incidente tecnico che non cambia il percorso della riforma della scuola – ha precisato il presidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda – i senatori del Partito democratico erano tutti presenti in commissione. Un gruppo di maggioranza non ha ricevuto l’avviso del voto ed era assente. Una questione puramente tecnica».
Opposizioni all’attacco
Ma la bocciatura viene colta al balzo anche da M5S, Sel, sindacati della scuola e studenti per rilanciare la richiesta di nuove consultazioni. Per Loredana De Petris (Sel), «è ora che il governo si decida a discutere le sue scelte e a correggere i suoi errori in un democratico confronto con il Parlamento».  «L’unica strada percorribile è procedere solo con le assunzioni e poi riscrivere da capo tutto il resto», attaccano i grillini. «La votazione al Senato conferma la scuola come primo tema su cui il governo arretra – dice l’Unione degli Studenti – nonostante le false aperture di Renzi, le piazze degli ultimi mesi hanno dimostrato che il ddl Buona Scuola non trova consenso nel Paese». Così l’Uds lancia la fotopetizione #oraparloio con mail bombing sui parlamentari della commissione cultura questa sera alle ore 19. «Il premier dovrebbe convincersi che non è più tempo di procedere per forzature – proseguono gli studenti – la riforma è stata smascherata».
Partito da Bologna sciopero scrutini
C’è chi parla di un possibile 70% di adesioni allo sciopero degli scrutini (escluse le classi terminali dei corsi di studio) indetto dai sindacati della scuola e scattato dall’Emilia Romagna. Nei prossimi giorni, con calendario diverso da Regione a Regione, si propagherà in tutta Italia. «Se l’apertura di Renzi è un espediente per prendere tempo o fiaccare la protesta si sbaglia di grosso», commenta il segretario della Flc Cgil, Domenico Pantaleo: «Noi continuiamo ad insistere su due questioni: per prima cosa subito il decreto per le assunzioni, quindi un piano pluriennale di assunzioni. Sul resto si apra una discussione di merito e approfondita per una radicale modifica del testo. Non bastano piccoli aggiustamenti». La maggioranza Pd parla di incertezza: «Non abbiamo capito quali modifiche vuole fare Renzi – ha detto Guglielmo Epifani – nessuno vuole sfiduciare il governo, ma le riforme devono essere fatte in sintonia con l’elettorato e i cittadini».
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9 Giugno 2015
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