Donne e Lavoro
4:46 pm, 2 Giugno 15 calendario

In aumento le donne che abbandonano il lavoro

Di: Redazione Metronews
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LAVORO. Aumentano nel 2014 le donne che si dimettono dal lavoro e, tra loro, più di una su due lo fa dopo la nascita del primo figlio perché l’occupazione lavorativa e esigenze di cura dei figli sono “incompatibili”. Emerge dal monitoraggio annuale svolto dall’Ufficio della consigliera nazionale di parità e dalla direzione generale per l’Attività Ispettiva del ministero del Lavoro, che sarà diffuso domani. 
Madri a tempo pieno
Il rapporto evidenzia che nel 2014 si sono registrate dimissioni e relazioni consensuali di 26.333 lavoratrici e lavoratori (+11,27% rispetto alle 23.666 del 2013). Ma il dato riguarda per la quasi totalità (85%) delle madri: sono ben 22.480 le dimissioni delle mamme (+5,62% rispetto alle 21.282 dell’anno precedente), mentre il numero dei lavoratori padri che si  sono dimessi o hanno consensualmente risolto il rapporto di lavoro appare piuttosto contenuto (3.853). Alla base dell’abbandono del posto di lavoro o della transizione verso una soluzione più favorevole (cosa che ha interessato però solo meno di un quarto delle dimissionarie), e in alcuni casi anche verso il lavoro sommerso, oltre alla congiuntura economica, c’è «una persistente difficoltà di conciliare i tempi di vita e di lavoro», soprattutto nella fascia di età tra i 26 e i 35 anni (età del 57% di chi si dimette dal lavoro). E la gran parte delle donne che si dimette dal lavoro lo fa dopo la nascita del primo figlio: ben 14.379  lavoratrici hanno abbandonato un lavoro dopo la prima maternità.  I motivi  sono 4: l’incompatibilità tra il lavoro e la cura dei figli, l’elevata incidenza dei costi di assistenza al  neonato, il mancato accoglimento al nido, l’assenza di parenti di supporto.
L’esperta
«Quello che il monitoraggio evidenzia – spiega Alessandra  Servidori, consigliera nazionale di parità, che ha curato il rapporto – è che le donne di fronte alle difficoltà di conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di cura stringono la cinghia e preferiscono prendersi cura a tempo pieno del loro bambino a scapito di reddito e carriera»  
METRO

2 Giugno 2015
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