Osvaldo Baldacci
9:43 pm, 26 Maggio 15 calendario

Striscia il giornalista presidio della verità

Di: Redazione Metronews
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Caro lettore, recenti casi di cronaca mi spingono a scriverti una lettera aperta e diretta. Il tema è il ruolo del giornalismo. No, non fermarti qui. Non è una difesa della mia categoria. È una riflessione sul tuo futuro. Che parte da Striscia la Notizia. Il celebre tg satirico in queste settimane sta affrontando un problema: due noti inviati come Fabio e Mingo sono indagati dalla Procura di Bari per simulazione di reato, perché avrebbero prodotto servizi falsi. Striscia li ha sospesi per tutelare la veridicità del resto dei suoi servizi. Fabio e Mingo hanno rilasciato poche parole a loro difesa (il resto è affidato agli atti giudiziari) e in esse hanno soprattutto chiarito di non essere giornalisti ma attori. «Noi ci siamo sempre prodigati per rendere al meglio la nostra prestazione di attori nell’ambito dei servizi», recita la nota che emisero ad aprile quando il Gabibbo li sospese in diretta tv. Il punto è questo: la confusione tra giornalisti e attori. Sono casi sempre più comuni, è la miscela tra informazione e intrattenimento. Una formula che sembra funzionare, che dilaga nei contenitori tv. Ma che finisce per impedire di distinguere tra verità e finzione. 
Quante volte ti sarai chiesto a cosa serve più un giornalista, in un tempo in cui le informazioni sono ovunque e chiunque le può dare. Molti hanno già parlato di fine del giornalismo. Ecco, episodi come questi, non più così rari, mostrano che il giornalismo come professione non deve morire, perché è un presidio della libertà, della tua libertà. Certo, questo ci dice anche cosa debba essere un giornalista: non un attore, non un fazioso né un superficiale, ma un sacerdote della verità, la persona professionalmente destinata a selezionare le informazioni, verificarle, vederne e mostrarne le diverse sfaccettature, sentire più campane. La corretta informazione è determinante a tutelare la democrazia, persino i rapporti sociali. Se l’accusa è che noi giornalisti per primi abbiamo tradito questa missione, questo è spesso vero. Ma non bisogna arrendersi. Lo dicono anche i maggiori esperti di informazione americana, che poco tempo fa avevano profetizzato la fine dei giornali: oggi in un importante convegno dei Giovani Editori  dicono che non sarà così, purché editori e giornali garantiscano la qualità, perché proprio di fronte al frastuono di notizie e pseudonotizie è indispensabile il ruolo di chi sappia selezionare  e fornire notizie importanti, affidabili e verificate. Caro lettore, credo che a te questo serva, questo devi pretendere e difendere.
OSVALDO BALDACCI
giornalista

26 Maggio 2015
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