Maurizio Baruffaldi
9:43 pm, 24 Maggio 15 calendario

L’epica del calcio verso Berlino

Di: Redazione Metronews
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ROMA Un gufo è un essere compatto che sta sul ramo. Un passivo. Qualunque gioia possa provare è scura, in fondo patetica, come tutta l’esistenza degli immobili. Noi però non gufiamo. Noi speriamo: la nostra è luminosa speranza. Noi saltiamo e ci risediamo sul divano, tifando Barcellona. Ma per provare quella sacra libidine di una finale di Champions ci vuole una squadra da amare, o una impossibile da amare, se la parola odio è dannosa. Come fu l’Inter di Mourinho. Voglio dimenticare per qualche giorno che sia esistito Moggi, e che siano state dette parole su un uomo come Facchetti che avrebbero meritato il taglio della lingua infame, per dare a questi calciatori, Allegri compreso, quello che meritano. Avevamo bisogno dell’Epica del calcio. Quel cuore pulsante dentro un corpo corrotto. Perché questa squadra è capace di umiltà che non è umiliarsi.
Riconoscere la forza dell’altro
L’umiltà di riconoscere la forza dell’altro; che però non basterà a batterla. L’Epica dei destinati, degli scelti da una forza superiore: l’arbitro sbaglia quando deve; la palla del serbo laziale disegna la linea di porta, e segna l’invalicabile. Non si intuiva la squadra che deve vincere, ma nel vedere quel gol di Chiellini, alla Gigi Riva, a riprendersi subito il destino, ho pensato che la Juve di Coppa quest’anno la fortuna l’abbia conquistata: ogni volta che ha subito ha morso subito. Incapace di stare sotto. Autostima cresciuta sotto i suoi stessi occhi, magari increduli. Fino a credere di poter sconfiggere i giganti. Comandati da una pulce.
MAURIZIO BARUFFALDI

24 Maggio 2015
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