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8:22 pm, 20 Maggio 15 calendario

Ok al ddl Scuola lo scontro passa al Senato

Di: Redazione Metronews
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ROMA L’Aula della Camera ha dato il primo via libera al ddl Scuola. Il premier Renzi esulta, chiede chequesto non sia un terreno di scontro, ma le proteste continuano, con critiche che piovono sia dai partiti di opposizione che dai sindacati, che presidiano Montecitorio. Il ddl ha avuto l’ok della Camera, con 316 sì, 137 no e un astenuto. Contro il provvedimento hanno votato Sel, M5S, Lega e Fi. La sinistra dem ha espresso in un documento le sue critiche auspicando delle modifiche al Senato.
In 28 non partecipano al voto
Molti esponenti dem, tra cui Bersani, Cuperlo, Fassina, Speranza ed Epifani, non hanno preso parte al voto. In tutto i “dissidenti” sono stati 28. Il ministro Stefania Giannini si è detta «emozionata e soddisfatta» per il sì dell’Aula.   Già di prima mattina il premier Renzi aveva difeso il suo provvedimento: «Non voglio imporre la mia linea. La mia idea di scuola è che l’uguaglianza è di partenza. È importante che questa riforma vada avanti e che i professori vengano coinvolti». Renzi ha definito «un errore» l’ipotesi di blocco degli scrutini. Proprio mentre parlava il premier, l’autorità garante degli scioperi ha riferito che Unicobas, Cobas e Usb hanno esplicitamente escluso ogni forma di blocco degli scrutini per i cicli terminali del percorso scolastico.
Renzi: agli insegnanti bravi più soldi
Quanto al merito del provvedimento, Renzi ha difeso la contestata norma sui presidi: «Questo non è un preside sceriffo, è un preside che si prende qualche responsabilità in più». E «l’importante è che ci sia un principio: agli insegnanti bravi bisognerà dare un po’ di attenzione e prestigio, e, se possibile, denaro in più». Quanto allo stralcio del 5 per mille dal ddl Scuola «abbiamo fatto un passo indietro, ma ne riparleremo nella legge di Stabilità».
Al Senato “sarà un Vietnam”
«Con il voto della Camera non si chiude la battaglia, ma continua». Così il segretario Cgil, Susanna Camusso. «Sono giorni – sottolinea – che in tutto il Paese il mondo della scuola dice che ci vorrebbe davvero una buona riforma e che questa non lo è». «Abbiamo perso una battaglia ma non la guerra – aggiunge il deputato del M5S, Luigi Di Maio – al Senato sarà un Vietnam».
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20 Maggio 2015
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