La differenziata a Expo è inutile

La raccolta differenziata a Expo rischia di andare sprecata. Quale sia il problema è presto detto: a fronte di un notevole sforzo organizzativo, a fronte di una dotazione di ben tremila contenitori differenziati, l’attenzione dei visitatori nell’usarli è troppo scarsa. Quindi presumo che il contenuto dei cestini sia quasi del tutto INUTILIZZABILE ai fini del riciclo, a meno di immaginare che qualcuno o qualche impianto si dedichi a RI-DIFFERENZIARE quanto è stato PASTICCIATO dai visitatori Expo. Purtroppo basta una minoranza significativa di pasticcioni per rovinare le raccolte differenziate.
Inoltre secondo un nostro modesto e informale calcolo se 10 mila tonnellate, che dovrebbero essere differenziate e avviate a riciclo, tornano invece a smaltimento ci sono maggiori spese e minori incassi per un milione e mezzo di euro. (Totale rifiuti previsti da Expo 17 mila, parlo di 10 mila “in ballo”, al netto cioè di quelli sicuramente ben raccolti e di quelli inevitabilmente ammucchiati).
A carico di chi queste maggiori spese e minori incassi? Di Expo o di Amsa o di Conai? Questo non lo so bene. In ogni caso quello che accade non è sorprendente. La raccolta differenziata funziona più facilmente presso le abitazioni, i luoghi di lavoro, gli esercizi commerciali. È molto più difficile per strada, nelle feste, negli eventi, o nelle fiere. Ma come hanno già dimostrato altre fiere c’è una possibilità di rimontare la china. Una soluzione massiccia, semplice e radicale.
Volgere le attenzioni dei volontari presenti in Expo al comportamento dei visitatori nella gestione dei rifiuti. I singoli contenitori differenziati sono TREMILA. Se le “stazioni ecologiche” diciamo così. ovvero i punti in cui vi sono da due a cinque contenitori affiancati, sono circa 800 l’ideale sarebbe che ci fosse sempre un volontario accanto al gruppo di cestini per consigliare e controllare i visitatori. A Torino al Salone del Gusto la raccolta differenziata è riuscita perché Legambiente è riuscita a mobilitare e distribuire ben 240 volontari (120 a turno) dedicandoli prevalentemente a fare “la guardia ai bidoni”, tutto il tempo.
Idem alla Fiera Fa la Cosa Giusta di Milano c’erano decine (in quel caso bastavano) di volontari prevalentemente dedicati ai rifiuti. A questo naturalmente andrebbe aggiunto un avviso molto forte e chiaro all’ingresso e magari anche durante il percorso. Occorre parlarne , innanzitutto. I contenitori differenziati da soli non parlano ai molti che hanno altro per la testa.
PAOLO HUTTER
direttore di Ecodallecittà.it
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