Gran Bretagna
7:03 pm, 6 Maggio 15 calendario

Elezioni in Gran Bretagna Tutto quel che c’è da sapere

Di: Redazione Metronews
condividi

GRAN BRETAGNA  Gli elettori britannici si recano alle urne in quelle che sono le più imprevedibili elezioni da tempo. Il primi ministro David Cameron del Partito Conservatore e i suoi partner di coalizione liberal-democratici affrontano una dura sfida da parte del Partito Laburista. Tim Bale, professore di Scienze politiche al Queen Mary University of London ed esperto di elezioni britanniche, ci spiega perché questo voto conta più che mai. 
Le elezioni britanniche sono una grande questione globale.
La Gran Bretagna è uno dei Paesi più grandi, ricchi e potenti in Europa – ha armi nucleari e ama pensare di avere una “relazione speciale” con gli Stati Uniti. È anche un centro finanziario mondiale e un membro del consiglio di sicurezza dell’Onu e dell’Unione europea. Potrebbe non essere così importante come le piace pensare, ma è comunque ancora molto importante. 
Come funziona il voto.
Il Regno Unito ha 650 distretti parlamentari, ognuno dei quali esprime un deputato. In ogni distretto il vincitore è colui che ha ricevuto più voti. Per questo non c’è una rappresentanza proporzionale che colleghi il numero dei seggi di un partito al numero di voti che ha ricevuto nel complesso del Paese, come accade nel resto d’Europa. 
I partiti in lizza.
Abbiamo un Partito Conservatore di centro-destra, un Partito Laburista social-democratico, i Liberal-democratici di centro, i Verdi di sinistra, un partito populista di destra radicale chiamato Ukip, alcuni partiti nazionalisti in Scozia (Scottish National Party, SNP) e e Galles (Plaid Cymru). Oggi i conservatori governano in coalizione con i LibDem.
I temi del dibattito.
Come affrontare il debito pubblico (1900 miliardi di euro), come controllare l’immigrazione, come ottimizzare il sistema sanitario nazionale, e come aiutare la ripresa economica. I conservatori al potere dicono di essere la scelta migliore per continuare la ripresa, mentre i laburisti vogliono porre termine alle attuali misure economiche di austerità per affrontare l’aumento del costo della vita.
E il vincitore sarà…
Sono davvero vicini, nessuno sa chi andrà a vincere. Chiunque lo dica è un pazzo.
Tutti parlano dell’ “hung parliament” (parlamento impiccato).
Nelle elezioni del 2010, nessun partito ha conquistato più della metà dei seggi nell’House of Commons per formare una maggioranza di governo, e quindi ne è derivato un “hung parliament”. I conservatori hanno dovuto raggiungere un accordo di coalizione con i liberal-democatici. In queste elezioni, un hung parliament è una virtuale certezza perché nessuno potrà assicurarsi la maggioranza dei seggi. Nel caso, ci sarà – come nella maggioranza dei Paesi europei – una negoziazione tra partiti per formare una coalizione, e c’è anche la possibilità di un governo di minoranza, guidato da conservatori o laburisti. Ciò che non ci sarà è una grande coalizione che li metta insieme. 
Molti parlano dello Scottish National Party.
L’Snp, sulla scia del referendum per l’indipendenza della Scozia dell’autunno del 2014, sembra destinato a una grande crescita e a sottrarre in questo modo circa 40 seggi ai laburisti, potere che è abituato a sfruttare bene, assicurandosi che se ci sarà un governo laburista, sarà di minoranza. 
Il prossimo primo ministro sarà…
David Cameron (conservatori) e Ed Miliband (laburisti) hanno entrambi buone possibilità di diventare primo ministro. Cameron perché il suo Partito Conservatore probabilmente vincerà più seggi; Miliband perché il suo Partito Laburista potrà probabilmente contare su un maggior supporto dai piccoli partiti in una potenziale coalizione. Quindi è tutto da giocare. 
Sarà un periodo di sfida per la Gran Bretagna anche all’estero.
Le sfide che il prossimo governo dovrà affrontare includono una possibile rinegoziazione delle relazioni con l’Unione europea, continue preoccupazioni per le mire espansionistiche della Russia, assicurarsi che la crescita della Cina continui ad essere essenzialmente pacifica, e naturalmente provare a garantire che il caos in certe parti del Medio Oriente non incrementi il rischio di trovarsi in casa il terrorismo islamico.
METRO WORLD NEWS

6 Maggio 2015
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo