Riforma della scuola
2:42 pm, 5 Maggio 15 calendario

Scuole chiuse e cortei è il giorno della protesta

Di: Redazione Metronews
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Ore 17: Boldrini: “Lo sciopero merita attenzione”
Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza in tutta Italia questa mattina per protestare contro la riforma della scuola del governo Renzi: uno sciopero generale che i sindacalisti hanno definito «il più grande di sempre».  
«Lo sciopero della scuola di oggi merita attenzione e rispetto. Spero che i docenti abbiano risposte adeguate. La scuola pubblica è vitale per la ripresa», scrive la Presidente della Camera, Laura Boldrini, su Twitter. «Ho apprezzato l’atteggiamento di apertura mostrato negli ultimi giorni dal governo rispetto alle critiche ricevute dal disegno di legge ora all’esame della Camera. Mi auguro che, in questi giorni in Commissione e dal 15 maggio in Aula, la scuola italiana, i suoi docenti, possano avere le risposte che meritano», conclude Boldrini su Facebook.
Ore 15: Renzi: “Ascolteremo tutti”
«Ci sono tante persone che oggi protestano, noi ascoltiamo, perché è giusto ascoltare, parlare, ma siamo il primo governo che mette 3 miliardi sulla scuola», ha detto il premier Matteo Renzi, che da Bolzano (dove è stato contestato con il lancio di uova) in occasione del comizio elettorale a sostegno dei candidati sindaci del Pd in vista delle elezioni in Alto Adige di domenica, ha risposto alle centinaia di migliaia di insegnanti e studenti scesi in strada contro la riforma della Buona Scuola. «Adesso che è fatta la legge elettorale – ha aggiunto – bisogna mettere in pista le energie migliori. Arriveremo anche alla scuola, noi – ha assicurato il presidente del Consiglio – siamo disposti ad ascoltare tutti».
Il presidente del Senato Grasso: “Disponibilità al dialogo”
Disponibilità ad ascoltare gli insegnanti è arrivata dal presidente del Senato, Piero Grasso: «Ho avuto modo già di esprimere la disponibilità del Senato che io presiedo di poter sentire le loro ragioni, aprire un dialogo perché la buona scuola deve sentire anche la base; le esperienze di chi vive nella scuola, vive giornalmente e lavora in quello che io ritengo una delle professioni piu’ importanti della nostra società. Sappiamo – ha detto – che siete voi a costruire il futuro della nostra società». 
Ore 10: Il ministro Giannini: “Ddl proprio per tenere aperta la discussione” 
In precedenza era stato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini a intervenire dai microfoni di Radio24: “Da sette anni non ci si occupava di scuola per cambiarla”, aveva risposto il ministro alla domanda su come mai da sette anni non si verificava uno sciopero con così larga adesione. E comunque, ha sottolineato il ministro, “abbiamo scelto lo strumento del disegno di legge proprio per tenere aperta la discussione”. Sulla funzione del preside che dovrebbe avere con la Buona Scuola, Giannini ha spiegato “che il dirigente scolastico deve assumere le funzioni di responsabilità che ogni leader educativo, questo è il preside di una scuola nel mondo, deve poter avere. A questo però facciamo corrispondere un accuratissimo sistema di valutazione, che è già partito, che non è legato solo a questo disegno di legge ma che finora non si era mai attuato perché la scuola italiana non è impostata su una modalità valutativa”.
I cortei
ROMA:
Oltre 100mila persone hannno partecipato oggi al corteo nella Capitale. La testa della manifestazione, partita da piazza della Repubblica, è arrivata in piazza del Popolo verso le 12. Lì, sul palco allestito ai piedi del Pincio, si sono susseguiti gli interventi dei segretari generali e confederali. “Oggi è uno dei più grandi scioperi e manifestazioni” del mondo della scuola, “valuteremo gli esiti della manifestazione poi troveremo altre modalità per continuare la nostra lotta”, ha detto la leader della Cgil Susanna Camusso. Sfila anche la minoranza Pd: in apertura del corteo c’è anche Stefano Fassina (accanto ai leader dei sindacati, Camusso e Barbagallo), convinto che la riforma vada cambiata “perché la scuola è un tassello fondamentale della democrazia del paese”.  Tantissime le bandiere della Flc Cgil, della Cisl, della Uil, della Fiom Cgil, ma anche di altri sindacati come Snals Confsal. La manifestazione si è anche trasformata per alcuni in una sorta di festa in cui si balla e si scattano fotografie con sullo sfondo le chiese di piazza del Popolo.
MILANO:
Sono circa 3 0mila secondo gli organizzatori i professori, gli studenti e i lavoratori della scuola arrivati a Milano da tutto il Nord per il corteo indetto nel giorno dello sciopero contro la riforma della scuola del governo Renzi indetto dalle tre principali sigle sindacali, e al quale aderiscono anche i sindacati minori. Il corteo che ha paralizzato le vie di Milano è partito da piazza della Repubblica ed è arrivato all’Arco della Pace. “Abbiamo combattuto le tre I di Berlusconi, adesso combattiamo le tre I di Renzi: insensibilità,  incapacità, ignoranza, più la quarta: irresponsabilità”, ha detto Francesco Scrima, segretario generale Cisl scuola, chiudendo la manifestazione. Scrima ha criticato fortemente la riforma studiata dal governo Renzi, definendo l’articolo 12 del disegno di legge “una maialata” e dicendo di contestare “sia nel metodo che nel merito questo provvedimento”.
TORINO:
Con l’arrivo in piazza Castello si è concluso il corteo che ha visto migliaia di persone, tra insegnanti e studenti, sfilare questa mattina per le vie del centro di Torino. Sotto la sede della Giunta regionale i manifestanti hanno sventolato palloncini colorati e intonato “Bella ciao”. Secondo gli organizzatori al corteo partito da  piazza Carlo Alberto hanno partecipato diecimila persone mentre l’adesione allo sciopero è stata intorno all’80% con punte dell’85%.
BOLOGNA:
Due i cortei che hanno attraversato la città felsinea: quello dei Cobas partito da piazza XX Settembre e quello degli studenti medi  partito da piazza San Francesco, che si sono uniti in via Indipendenza, per raggiungere piazza Maggiore. Circa un migliaio i partecipanti al serpentone. Nel mirino il premier Renzi, definito tra l’altro come “puffarolo” e ritratto sui cartelli con le fattezze di Pinocchio. Al centro della protesta anche il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini che il 24 aprile scorso, alla Festa dell’Unità di Bologna, era stata duramente contestata da insegnanti, genitori e studenti, tanto da spingerla a rinunciare al dibattito pubblico e a lasciare il parco della Montagnola. Tantissime le bandiere rosse dei Cobas, le pentole e le posate sbattute per fare rumore, qualche fumogeno, fischietti e striscioni.
Ore 10, 30: si muove il corteo di Palermo.
A Palermo – E’ partito pochi minuti fa da piazza Marina a Palermo il corteo composto da docenti, studenti ma anche cittadini per protestare contro la ‘Buona Scuola’ del Governo. Sono migliaia le persone che partecipano alla manifestazione che arriverà in piazza Verdi, davanti al teatro Massimo. A Catania, invece, il corteo da piazza Europa attraverserà Corso Italia fermandosi in piazza Roma. (adnkronos).
Ore 10: partono i cortei in molte città
A Roma. Un corteo, tra le bandiere rosse della Flc Cgil, quelle azzurre della Uil e quelle della Cisl, partito da piazza della Repubblica porterà i manifestanti fino a piazza del Popolo. In testa lo striscione unitario dei sindacati di categoria che hanno indetto la protesta con la scritta:”Sciopero generale, l’unione fa la forza”. Tra gli altri striscioni “I diritti si conquistano a spinta” e “Il Tasso contro la riforma”. Molti i fazzoletti, portati al collo dai docenti, con la scritta “La buona scuola ci ha tolto la parola” e magliette bianche con la scritta “Il precariato nuoce gravemente”.
Roidi: “Sulla riforma ascoltiamo davvero la voce dei docenti”
Ore 7,30: blitz degli studenti al Miur.
Blitz notturno verso il #5Maggio davanti al Miur – La firma è dell’Unione degli Universitari e della Rete degli Studenti medi che dicono ‘no’ ai provvedimenti sulla Buona Scuola ribadendo “la nostra totale contrarietà ai metodi che sono stati utilizzati da parte del Governo nella costruzione di questa riforma, gli stessi metodi che vorrebbero propinarci con la Buona Università”.
“Con questo blitz all’alba della manifestazione del comparto scuola -spiegano gli studenti – il 5 maggio abbiamo voluto rappresentare in modo ironico la realtà della Buona Scuola, una realtà che è tutt’altro che buona e ribadire, ancora una volta, che solo con noi studenti la Scuola può essere #buonaxdavvero”.
Lo striscione al Pincio (altro blitz a Roma) dà il ‘la’ ai cortei – Gli studenti saranno in uno spezzone sociale “La scuola e la democrazia sono #nellenostremani”. Questo è l’hashtag che gli studenti hanno lanciato per la giornata e tramite cui sarà possibile seguire la diretta da tutte le piazze (SEGUI LA DIRETTA).
“Con lo striscione calato dal Pincio abbiamo voluto lanciare la mobilitazione odierna in cui Renzi ci vedrà tutti uniti contro il ddl Buona Scuola – dichiara Danilo Lampis, coordinatore Nazionale Unione degli Studenti – Non solo studenti, genitori, insegnati, personale Ata, ma tutta la cittadinanza. Il corteo verrà accolto da questo striscione che descriverà la voglia di protagonismo che attraverserà tutta la giornata, riassunta dallo slogan ‘nelle nostre mani'”. (adnkronos)
Saccucci: “La riforma della scuola non finisca come l’Italicum”
Domani la manifestazione della scuola, cortei in molte città
Roma. Settanta pullman dalla Basilicata e dalla Calabria arriveranno a Bari; sit in e flash mob sono previsti a Trieste e Gorizia; manifestazioni con i segretari generali dei sindacati a Milano e a Roma: è la giornata del no alla riforma della scuola di Renzi, ìmobilitazione in sette grandi città (Cagliari, Catania, Palermo, Aosta e appunto Milano, Roma e Bari) che vede uniti, in piazza, dopo 7 anni, i 5 sindacati più rappresentativi del comparto. Studenti accanto agli insegnanti, e anche ai genitori e alle istituzioni: le sedi Anci locali hanno fatto sapere che «sono comprensibili le ragioni di chi protesta». In piazza ci saranno le opposizioni parlamentati: Sel E M5S sfileranno a Roma, nelle stesse piazze dei sindacati. (adnkronos)
Ordine pubblico
Una mobilitazione molto attesa anche se dopo i fatti di Expo ha fatto drizzare le antenne a chi gestisce l’ordine pubblico. Il dipartimento di pubblica sicurezza ha scritto ai prefetti mettendoli in allarme per gli obiettivi sensibili. «Che non si impedisca il diritto a manifestare»,  hanno scritto. Massima allerta quindi.
Nel frattempo, il premier ha invitato i segretari confederali a intervenire in Parlamento. Un gesto letto da molti come un tentativo di spaccare il fronte sindacale. 
I tempi
I tempi della legge dovranno essere molto serrati. 
A Montecitorio, i renziani prevedono il voto finale il 19 maggio. Tanto che si è messa in conto l’uso della cosiddetta “tagliola” da parte della presidenza della Camera, unico metodo per eliminare gli emendamenti a valanga. 
Dopo le amministrative, la riforma della scuola verrà esaminata dal Senato, dove potrà ancora essere modificata. Ma nel terzo e ultimo passaggio alla Camera sarà blindata e legge entro la metà di giugno.
Pro e contro la legge
Assunzione di 100 mila persone, 4 miliardi di euro di investimento. Sono i motivi per cui la scuola targata Renzi sarà una buona scuola, secondo la responsabile scuola del Pd Francesca Puglisi. 
Uno dei punti più contestati, la possibilità che il dirigente scolastico possa nominare gli insegnanti, è minimizzato: «Il piano triennale dell’offerta formativa viene proposto con il Collegio dei docenti e approvato dal Consiglio di istituto; il comitato interno di valutazione affiancherà i dirigenti nella distribuione dei bonus per gli insegnanti migliori». Una scelta collegiale, quindi. 
Secondo chi dice no per finanziare la riforma Renzi ha tagliato 1,4 miliardi sempre all’istruzione. E sulle assunzioni i confederali fanno notare che le assunzioni da 150 mila sono diventate 100 mila e potrebbero diminuire. Le regole per queste assunzioni non erano chiare tanto che lo stesso Renzi ha annunciato un decreto ad hoc. Le risorse per ora a disposizione, comunque, coprirebbero solo 48mila nuovi posti. Contestati gli sgravi fiscali per le famiglie che iscrivono i figli alle private (200 milioni l’anno per 5 anni). Previsto il 5 per 1000 ai singoli istituti: per i sindacati si tratta di una “scuola classista”: ne beneficeranno gli istituti frequentati dai ricchi. Al palo l’investimento per l‘a sicurezza scolastica’edilizia: sono certi solo 794 milioni, tutti del decreto del Fare di Letta.
STEFANIA DIVERTITO

5 Maggio 2015
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