EXPO 2015
9:10 pm, 4 Maggio 15 calendario

Viaggio a Expo tra euforia e magagne

Di: Redazione Metronews
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MILANO Un giro del mondo. Un’esperienza unica. Un ponte tra le nazioni. In questi sette anni, Expo è stato descritto in molti modi. Ieri, primo giorno di apertura al pubblico infrasettimanale, siamo andati al sito. Una prima avvertenza: scordatevi di raggiungerlo in auto, perché vi troverete nella condizione di dover girare per ore alla ricerca di posteggi che, o ancora non sono finiti, o sono accessibili solo da chi è già munito di biglietto d’ingresso. Molto meglio prendere il metrò o Trenord (col biglietto da 5 euro si fa andata e ritorno). Le temute file ai tornelli ieri non c’erano, comunque i controlli sono accurati: vi chiederanno di togliere scarpe, cinture e svuotare le borse, ma per la sicurezza ci si sacrifica.
Una volta dentro, colpisce la maestosità del Padiglione Zero e, in generale, si è presi dalla varietà delle costruzioni. Anche il noexpo più accanito non potrà evitare di fermarsi ad ammirare alcuni gioielli architettonici come il padiglione del Vietnam o del Kazakistan. Un entusiasmo che contagia le migliaia di visitatori: in maggioranza  italiani. Oltre alle scolaresche, spiccano coppie di pensionati e famiglie con bimbi piccoli. Ancora pochi gli stranieri, in prevalenza cinesi. 
Albero della Vita
Il Padiglione Italia è la meta verso la quale sciamano  le scolaresche di ogni età, dai microbi di sei anni, ai gruppi di adolescenti un po’ “scazzati”. Se volete entrare nel nostro palazzo, preparatevi a lunghe file. Noi abbiamo desistito e ci siamo concentrati sull’Albero della Vita, posizionato accanto. E qui arriva la magagna, perché la passerella che conduce al suo interno è sbarrata. Nel progetto di Marco Balich, attraversando quel ponte, i giovani under 25  dovrebbero raggiungere l’interno dell’Albero per depositare il loro video messaggio sul futuro (videomessaggi che saranno poi montati per creare il selfie più grande della storia). Ieri però la passerella era sbarrata. “Stiamo ancora lavorando sugli show dell’Albero», fanno sapere dall’entourage dell’artista, “i monitor all’interno dell’installazione non sono funzionanti, ma entro il prossimo finesettimana sarà tutto a posto”.
Il pranzo salato
Se durante la visita vi venisse fame, attenzione: in nessuno dei padiglioni da noi visitati si mangia gratis. Scordatevi quindi assaggini e stuzzichini (come hanno imparato a loro spese i ragazzi delle scuole). Se vuoi nutrirti, tu, non il pianeta, devi  sborsare. E non poco. La media per un caffè è di 2 euro. Nel bar del padiglione brasiliano (gettonatissimo grazie al tappeto elastico sospeso che funge da pavimento), per esempio, un panino con la picaña viene 12 euro e un succo di frutta 7. Le tapas in quello spagnolo sono a 9 euro, mentre i cocktail viaggiano a 12. Inavvicinabile uno dei due ristoranti giapponesi: in rete gira uno scontrino per un piatto di Keiseki Hana (un insieme di antipasti) e un’acqua che recita 115 euro.  Avvertimento speciale per i teenager che si affollano nei baracchini del padiglione dell’Olanda in  ricerca di “prodotti tipici” del Paese: il Weeb Burger è fatto con le alghe e non con la cannabis, quindi state sereni.
Pianeta Lombardia ko
Tra le note dolenti, oltre ai cluster ancora chiusi, il Pianeta  Lombardia. All’inaugurazione di domenica scorsa, Maroni disse che gli allestimenti erano all’80%. Sarà, ma ieri dei tre piani del palazzo, erano agibili solo l’ammezzato e il secondo, mentre il primo era un cantiere neanche sorvegliato.
ANDREA SPARACIARI

4 Maggio 2015
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