Neeson: “Un killer e anche un padre”

ROMA Chi dice che negli ultimi istanti della tua vita rivedi tutto mente: provi solo tutti i rimorsi per le cose che hai fatto e non avresti voluto, per quelle che non hai fatto e per quelle che vorresti cambiare ma non hai più il tempo.
Parola di Jimmy Conlon  che ha la faccia insanguinata di Liam Neeson quando ci appare riverso sulla terra bagnata nella prima sequenza del tosto action (morale del western, respiro e ritmo del videogame) “Run All Night”, dal 30 nei cinema, firmato da Jaume Collet-Serra e con Neeson affiancato dal leggendario Ed Harris, qui boss  senza pietà e vero antagonista di Neeson. Del killer che interpreta dice: «È un professionista con una lista troppo lunga di omicidi alle spalle, carico di rimorsi e pentimenti ma pronto a usare i suoi metodi di sempre per  salvare il figlio. Fa parte di un gruppo che segue delle regole morali particolari e un codice etico molto rigido»
È quindi un padre diverso da quelli sino ad oggi interpretati? 
Questo personaggio non deve solo proteggere o salvare il figlio ma deve ritornare a essere un padre, il padre che ha smesso di essere molto tempo fa. Insomma c’è conflitto e action.
Ma la storia è anche una storia di codici malavitosi travolti dalla furia di una più feroce modernità… 
Il killer che interpreto è diventato un rimasuglio di un’era passata, quando un codice morale, sia pure nella ferocia, esisteva. Ora c’è solo avidità e lui combatte per la sua sopravvivenza in un mondo che non lo vuole.
SILVIA DI PAOLA