EMERGENZA MIGRANTI
7:53 pm, 20 Aprile 15 calendario

Missioni di polizia sulle coste della Libia

Di: Redazione Metronews
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ROMA L’Italia chiede «interventi mirati» contro i trafficanti di esseri umani ed è «pronta ad ogni azione», all’indomani di quello che si profila come il più grave naufragio di migranti del dopoguerra nel Mediterraneo. Alla riunione di emergenza dei ministri dell’Interno e degli Esteri della Ue il Commissario all’immigrazione, Dimitris Avramopoulos, ha presentato un piano in 10 punti che prevede il raddoppio dei mezzi e del budget a sostegno dei Paesi più coinvolti e un rafforzamento dell’operazione Triton. Per giovedì il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, ha convocato un vertice straordinario, ma non si aspetta «soluzioni miracolose perché non esistono, se ci fossero l’avremmo usate da tempo».
Nessun intervento militare
Il premier Matteo Renzi, dopo aver incontrato il collega maltese Joseph Muscat, ha spiegato che un intervento militare in Libia, per combattere i trafficanti di vite umane, «non è un’ipotesi sul tappeto». Ma ha aggiunto che l’Italia potrebbe ricorrere a «interventi mirati per distruggere un racket criminale che ora è fuori controllo: andremo a prendere questi trafficanti». Esclusi l’intervento di terra e il blocco navale, l’ipotesi che si fa avanti è quella di “missioni di polizia” con alto contenuto di specializzazione da schierare nelle aree da dove partono i barconi.
Cifra delle vittime da verificare
Intanto il procuratore di Catania Giovanni Salvi – che indaga per naufragio e omicidio colposo plurimi – ha confermato che uno dei superstiti del naufragio di sabato notte nel Canale di Sicilia ha raccontato che a bordo del peschereccio di 23 metri c’erano 950 migranti. Lo stesso procuratore ha però aggiunto che si tratta di «una cifra tutta da verificare». Il peschereccio avrebbe avuto tre livelli e alcune centinaia di persone sarebbero state costrette ad entrare nella stiva e qui chiuse a chiave per evitare che potessero risalire. Molti altri erano stipati nel secondo livello e sull’esterno.
Ricerche serrate ma nessun corpo
Non si fermano le ricerche nel Canale di Sicilia ma al momento la Guardia costiera non ha trovato altri corpi oltre ai 24 già recuperati insieme ai 28 migranti salvati (che hanno raccontato: «Ci siamo aggrappati ai morti per non finire a fondo»). La nave “Gregoretti” ha sbarcato i cadaveri a Malta, per poi fare rotta verso Catania dove saranno accolti i 27 sopravvissuti che si aggiungeranno all’immigrato già in ospedale. La Procura di Catania ha fatto sapere che degli agenti hanno raggiunto la nave “Gregoretti” per sentire i superstiti. Per ora non ci sono indagati. Il dispositivo attuale di salvataggio «si basa sull’intervento di navi mercantili che non hanno un’adeguata preparazione», ha sottolineato il procuratore Salvi. Intanto altri barconi sono in arrivo e uno sarebbe affondato in acque internazionali. Lo ha reso noto da Ginevra l’Oim, secondo la quale è arrivato un Sos dal natante sul quale erano imbarcate 300 persone.
In piazza per “fermare subito la strage”
“Fermare la strage. Subito!”. È la parola d’ordine della Giornata di mobilitazione nazionale promossa per martedì da decine di associazioni, ong e sindacati. A Roma sono in programma un sit-in e un flash mob, a partire dalle 17, davanti a Montecitorio; nelle altre città gli appuntamenti saranno articolati localmente. «In una settimana – denunciano gli organizzatori – più di mille morti in due stragi annunciate. Stragi che hanno responsabilità precise: le scelte politiche e le leggi dei governi della Ue (compreso quello italiano) che consegnano le persone in cerca di protezione nelle mani dei mercanti di morte. Si aprano subito vie d’accesso legali, canali umanitari, unico modo per evitare i viaggi della morte. Il governo italiano riattivi un programma di ricerca e salvataggio. Si consenta alle persone tratte in salvo di scegliere il Paese dove andare, sostenendo l’accoglienza con un fondo europeo».
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20 Aprile 2015
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