Antonia Liskova
8:23 pm, 20 Aprile 15 calendario

Antonia Liskova nelle mani del maniaco

Di: Redazione Metronews
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CINEMA Trovarsi chiusi in un garage blindato col monossido di carbonio che soffoca, un pazzo che ci contatta via cellulare, che sa tutto della nostra vita e una sola tremenda via di scampo. Gli occhi azzurri gonfi di  lacrime di Antonia Liskova (“Tutti pazzi per amore”)  non li dimenticheremo facilmente dopo aver visto “In the box” di Giacomo Lesina, noir italianissimo già superapplaudito allo scorso festival di Courmayeur e dal 23 in sala. Un unicum per il nostro Paese, visto che è già stato venduto in 25 paesi, Stati Uniti inclusi. Nero, nerissimo e, soprattutto,  carico di domande: «Il film si interroga sul nostro concetto di libertà, su ciò che pensiamo quando troviamo qualcuno che sa tutto di noi e tutto può,  mentre noi pensavamo di essere liberi, e su quello che siamo pronti a sacrificare per salvarsi la vita», racconta la Liskova, molto provata da questo set ad alta tensione. «Altro che palestra! Non ho mai faticato tanto su un set. E non solo per l’esperienza claustrobica che vivrà anche lo spettatore, ma anche per il fumo, i vetri, le  cadute continue… Per non dire che non puoi non tirar fuori molte delle tue paure quando devi calarti nell’ottica di una donna sola, prigioniera e osservata costantemente da un  maniaco». E se le si chiede quali siano le sue paure nella vita reale, confessa: «Il mio incubo ricorrente è l’impotenza, sentire che sono bloccata e non posso far nulla. Come in questo film con cui ritengo di aver rischiato, accettando anche di recitare in inglese. Ma io adoro il rischio che aiuta a crescere. Anche nella vita reale ho sempre rischiato, da quando sono andata via da un paesino della Slovacchia per  andare all’estero. Anzi, invito tutti a buttarsi, a non sedersi nelle tranquillità». SILVIA DI PAOLA

20 Aprile 2015
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