Expo
9:16 pm, 9 Aprile 15 calendario

Expo: ora è polemica sulla sicurezza in città

Di: Redazione Metronews
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MILANO Jihadisti e antagonisti. Fino a oggi – in tema Expo – erano queste le due minacce contro le quali i vertici delle forze dell’ordine hanno lavorato e hanno elaborato il “Piano sicurezza” da 7,2 milioni di euro. Un piano forte di oltre 5200 uomini, di droni, telecamere e centri di controllo blindati in bunker. Un apparato impressionante messo in crisi da una singola variabile che era stata tralasciata perché considerata impossibile: un pazzo che con una pistola entra nel principale tribunale italiano (uno dei luoghi più sicuri del Paese, in teoria) e fa fuori tre persone. Una scheggia impazzita. Un incidente imprevedibile, divenuto reale, che ora mette sotto accusa l’intera impalcatura della sicurezza a 21 giorni dall’avvio dell’evento che farà di Milano il centro del mondo.
“Expo non c’entra”
Non è un caso se fin dalle primissime ore dalla sparatoria la parola d’ordine per il Governo sia stata: separare strage ed Esposizione: «Expo non c’entra niente, è una cosa gravissima che ha riguardato il Tribunale di Milano. Non bisogna strumentalizzare», si è affrettato a dire il premier Renzi. Gli eventi di Milano sono stati: «Una falla nel sistema di controllo dei tribunali», ha fatto eco Alfano (ieri a Milano, ironia della sorte, per un vertice sulla sicurezza di Expo). Un Alfano che  non ha fatto accenno all’Esposizione, ma che paradossalmente ha elogiato l’efficienza delle forze dell’ordine, capaci di catturare il killer. In effetti le telecamere hanno permesso di individuare il fuggitivo in 30 minuti, tuttavia quello stesso sparatore era riuscito a entrare armato in un tribunale, con un documento falso, a uccidere tre persone, a uscirne e a fuggire indisturbato su una moto.
La falsa bomba
Eppure, che un problema sicurezza ci fosse, era stato dimostrato solo pochi giorni fa dal giornalista Sacha Biazzo di Fanpage.it che era riuscito a entrare nel cantiere Expo con una finta bomba in mano (sul pacco c’era scritto proprio così: “bomba”). Per passare i “severissimi” controlli erano bastati un caschetto e un giubbottino da operaio. A quel segnale, il Commissario Sala aveva risposto in maniera stizzita: «Persone che hanno tempo da perdere». Alla luce di quanto accaduto, forse, un po’ di prudenza sarebbe stata consigliabile.  ANDREA SPARACIARI
 
IL PIANO DEL VIMINALE
Il sistema di sicurezza del Viminale affida il presidio attivo del territorio a 5200 uomini e quella passiva ai droni e a 2000 telecamere che monitoreranno l’intera città. È previsto un sistema di controllo a cerchi concentrici che partirà dal sito di Rho-Pero per estendersi fino a comprendere l’intera città. Cuore della rete di sicurezza sarà la sala operativa di via Drago, dove è stato collocato il comando unificato di Prefettura, Questura e Carabinieri.
ISIS E ANTAGONISTI
Per quanto concerne il rischio terroristico, gli 007 hanno avvertito che l’Isis  ha messo Expo nel mirino, come si legge nella relazione presentata dal Dis al Parlamento a gennaio 2015. Circa gli antagonisti,  l’allarme è per i giorni compresi tra il 29 aprile e il 3 maggio. Si parte col corteo antifascista del 29 aprile, si passa per la May Day Parade del 1° Maggio, per finire, il 3, con l’assemblea che dovrà stabilire le «iniziative diffuse» per i sei mesi successivi.

9 Aprile 2015
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