Diaz
9:15 pm, 7 Aprile 15 calendario

Alla Diaz fu tortura L’Europa condanna l’Italia

Di: Redazione Metronews
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STRASBURGO La Corte europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia per tortura per l’irruzione delle forze dell’ordine alla scuola Diaz durante il G8 di Genova del 2001. La Corte ha stabilito all’unanimità che i maltrattamenti subiti dalle persone presenti nella scuola Diaz da parte delle forze dell’ordine «devono essere qualificati come ‘tortura’», ai sensi dell’articolo 3 della Convenzione dei Diritti dell’Uomo. 
La decisione è nata dal ricorso presentato da Arnaldo Cestaro, 62enne all’epoca dei fatti, presente nella scuola al momento dell’irruzione della polizia e vittima di percosse che gli procurarono fratture multiple. Per la sentenza, i maltrattamenti «sono stati inflitti in maniera totalmente gratuita» e sono qualificabili come «tortura». 
Secondo la Corte, il diritto penale italiano è anche «inadeguato e privo di disincentivi in grado di prevenire efficacemente il ripetersi di possibili violenze da parte della polizia». Inoltre la Corte «si rammarica che la polizia italiana possa aver rifiutato impunemente alle autorità competenti la collaborazione necessaria per l’identificazione degli agenti».
L’uomo che ha vinto il ricorso
«Sono stato massacrato, voglio che la legge funzioni», ha ribadito al Giornale Radio Rai il 76enne veneto Arnaldo Cestaro, che nel luglio 2001 era nella scuola Diaz di Genova la sera in cui, durante il G8, la polizia fece irruzione. Cestaro rimase ferito, ed è stato lui che ha fatto poi ricorso alla Corte Europea dei Diritti Umani. Di quella notte ricorda che «hanno cominciato a manganellare tutti, persone, bambini, ragazzi, a me hanno rotto un braccio, una gamba, dieci costole». Nato ad Agugliaro (Vicenza), oggi vive a Padova. Nell’estate del 2001 parte per Genova con i compagni delle sezioni di Rifondazione Comunista . Il 21 luglio partecipa alla manifestazioni pacifiche della mattinata e, verso sera, decide di trascorrere la notte in città e chiede consiglio ad una signora che lo accompagna alla scuola Diaz. Si sistema proprio a ridosso della porta d’entrata, sul pavimento in legno della palestra. È lui l’uomo con i capelli bianchi citato dal vice questore Fournier nella deposizione in cui parla di «macelleria messicana». 
La nuova legge
È in aula alla Camera il disegno di legge che introduce il reato di tortura nel codice penale italiano. Sette gli articoli del testo di legge.  Il reato di tortura è punito con la reclusione da 4 a 10 anni, da 5 a 12 per i pubblici ufficiali. Raddoppiata la prescrizione.
METRO

7 Aprile 2015
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