Reati lievi
10:23 pm, 2 Aprile 15 calendario

Arriva il “perdono” per i reati lievi

Di: Redazione Metronews
condividi

Roma. Rubare una busta di prosciutto è grave quanto apostrofare con ingiurie il vicino di casa o adulterare cibi o guidare in stato di ebbrezza oppure ancora truffare? Da ieri questi reati, nel caso in cui abbiano comportato scarse conseguenze, potranno essere archiviati senza passare per un’aula di tribunale. È una rivoluzione nel procedimento penale salutato con un plauso dai giudici, dai magistrati e anche da gran parte degli avvocati.
Nel dettaglio, i magistrati potranno decidere di non celebrare un processo, ma di archiviarlo se il reato (punibile fino a 5 anni e quindi astrattamente grave) non ha comportato danni gravi. 
A decidere tutto sarà il giudice: lui e solo lui potrà dire sì o no, questo processo si potrà o meno fare. «Ci saranno dei contrasti – ammette l’avvocato Titta Madia, legale tra gli altri anche del superdirigente recentemente arrestato Ercole Incalza, per dirne uno – e sicuramente la Cassazione avrà il compito di delineare degli ambiti e fare giurisprudenza. Ma è una buona norma perchè libera i tribunali. I reati di lieve entità non devono intasare i tribunali». Di diverso avviso Mario Giuliano, avvocato trentino, una delle poche voci fuori dal coro. Sono sue alcune tra le più spinose cause sui danni ambientali nella Valsugana: «Questo è un modo surrettizio per aggirare l’obbligatorietà dell’azione penale senza modificare la Costituzione. Il modo per risolvere i problemi della giustizia non è smantellarla».
Inizialmente la lista dei reati lievi da “perdonare” era più ampia, poi dopo le polemiche è stata ridimensionata. Alcune condizioni circoscrivono la norma: l’imputato non deve aver commesso reati simili e non essere un delinquente abituale, nel casellario giudiziario rimarrà comunque traccia, e se ne può usufruire solo una volta. Comunque le parti – anche gli imputati che sostengono di non aver commesso il reato – potranno chiedere i danni in sede civile. 
L’intervista
Carlo Federico Grosso è un “principe del Foro”. Come altri suoi colleghi plaude alla novità.
Professore, non si rischia con tutta questa discrezionalità?
Cosa si rischierebbe?
Poniamoci dal punto di vista delle vittime…
Innanzitutto il giudice non può decidere liberamente, ma entro certi limiti previsti dalle norme. E deve sempre motivare la scelta. Non è così arbitrario. 
Sembra una resa…
No, il costo è ampiamente bilanciato dal grosso vantaggio di allegerimento dei tribunali. E al danneggiato resta la via della giustizia civile. Le parti possono sempre appellarsi alla decisione.
Può arrivare anche a procedimento iniziato?
Può chiederla il pm, e il gip può rifiutarla. Ma poi può essere di nuovo posta dopo la richiesta di rinvio a giudizio e sarà il gup a decidere se accettarla. 
Tra i reati archiviabili anche quelli che comportano allarme sociale come le discariche illegali, sicurezza sul lavoro, guida in stato di ebbrezza. Perchè fare campagne di sensibilizzazione allora?
Ma non è che i reati diventano impunibili: occorre che ci sia scarsissima offensibilità e danno e pericolo debbano essere irrilevanti.
STEFANIA DIVERTITO

2 Aprile 2015
© RIPRODUZIONE RISERVATA