Reese Witherspoon insegna alle donne a perdonarsi

CINEMA Calzoncini corti  e la natura selvaggia da attraversare a qualunque costo. California, Nevada, Oregon fino al confine dello Stato di Washington lungo il leggendario sentiero del “Pacific Crest Trail”: 4280 km totali, attraverso 25 foreste e sette parchi nazionali. È il vero viaggio, datato 1995, fatto della 26enne Cheryl Strayed, ex tossicodipendente, reduce da un divorzio e dalla morte della madre, raccontato in “Wild” (dal 2 aprile nei cinema). A interpretarla un’indimenticabile Reese Witherspoon, che affronta questa marcia nella natura (ma soprattutto dentro se stessa) portando sulle spalle il Mostro, uno zaino carico di acqua, cibo, mappe e tende, con cui fa fatica anche a mettersi in piedi ma, che una volta fatto, sarà il suo grande alleato. Una storia di ricerca e perdono che per la protagonista può insegnare molto, soprattutto alle donne.
Whiterspoon, quanto l’ha segnata l’esperienza di questo set?
È stata dura, ho sentito il peso della solitudine in mezzo al nulla, senza nessuno intorno a parte la troupe… Ma mi è servito, è stata una vera lezione di vita e spero che lo sia anche per lo spettatore.
Una lezione su cosa?
Ho pianto quando ho letto questo racconto di rimpianti, droga, sesso, perdita, ma la lezione sta proprio qui: una donna che pensava di essere a pezzi può trovare una via per ricostruirsi. Non è giusto vergognarsi delle proprie azioni, cosa che noi donne facciamo troppo  spesso. Soprattutto ho imparato quanto sia giusto perdonarsi.
È anche un modo di mostrare quanto è cambiata?
Sì, una volta avevo meno coraggio e non avrei rischiato tanto. Oggi sono anche produttrice di un film come questo.
SILVIA DI PAOLA