Ma sul web siamo tutti già nudi
Evviva carta, penna e calamaio. State certi che nessuno vi intercetterà o guarderà nelle vostre mail senza dirvelo. Inneggiare, con ipocrisia, al golpe contro la privacy e stupirsi che per combattere il terrorismo lo Stato avrà libero accesso ai pc è come chiedere la libertà di un prigioniero dopo che è stato giustiziato. Quando spiaccichi sulla piazza di internet lo scibile umano, ti fai le foto se bevi un caffè o un selfie se acquisti un paio di scarpe, non credo che qualcuno avrà notti tribolate se in gran segreto ci guardano nelle mail, nei sms e nelle conversazioni private. Succede già. Hanno inventato programmi per cancellare tracce delle navigazioni, ad esempio il remoto del nostro passato pubblicato su google, ma gli effetti sono timidi.
Tutto rimane, dormiente, conservato da qualche parte. E noi continuiamo a telefonare, scrivere sms e mail senza pensarci su. Siamo nudi, svestiti e svelati. In teoria chi non ha nulla da nascondere non deve temere chissà quali clamori. Truffatori e adulterini sono avvisati, forse i soli che staranno più accorti. Ma non credo siano così stupidi da non sapere che c’è già oggi, in questo momento, qualcuno che li vede, senza fare niente di particolare, nella loro posta o nei loro giri di telefonate. Siamo entrati in un giro infernale che non ci lascia scampo: la piazza di internet ci ha circondati. Anche il terrorismo, facendo fede al precetto della velocità, fa tutto on line. Reclutamento compreso. Dobbiamo scendere a patti. Come è stato per le telecamere in strada: invasi dall’occhio del grande fratello. Sembra di stare nel regime nord coreano del giovanotto Kim Jong-un.
Allora, piuttosto che un fuori di testa si insinui dentro in qualche banca dati e faccia lo sporco mestiere di sputare indistintamente tutto quello che trova, da wikileaks-Assange all’affare Genchi-Telecom, preferisco il minore dei mali: una spiata legalizzata. Si presume, sottolineo si presume, che il materiale, fedelmente irrispettoso dei dieci comandamenti, venga maneggiato con più cura. Come i nostri conti correnti sotto le grinfie dell’Agenzia dell’Entrate che, senza dirci niente, ci osserva se andiamo in un farlocco viaggio di lavoro con l’amante o paghiamo il carburante di una barca non denunciata al fisco. Volendo, fatta la legge, trovato l’inganno. Qualche possibilità di aggirare l’ostacolo c’è sempre. Fidatevi, fate scorte di carta da lettere, il vecchio mondo antico non vi tradirà. Mai.
MAURIZIO GUANDALINI – Economista e giornalista
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