Alessia Chinellato
5:29 pm, 25 Marzo 15 calendario

Il nostro futuro ormai è nel cloud

Di: Redazione Metronews
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La comunicazione sta cambiando. È dinamica, interattiva. La notizia del disastro aereo in Francia si è propagata come una catena di Sant’Antonio sui social network, fino a costringere gli account ufficiali della@germanwings ad aggiornare in tempo reale sulle evoluzioni del caso e a convocare una conferenza stampa in fretta e furia.
La @lufthansa ha listato a lutto il proprio account Twitter, lanciando un hashtag che sta facendo il giro del mondo: #indeepsorrow (infinito dolore).
Intuendo il cambiamento, Facebook ne sta cavalcando l’onda, sperimentando come bypassare i tempi di linkaggio, ovvero i secondi necessari per aprire le notizie sul sito delle testate giornalistiche che le pubblicano.
Questo esperimento sta avvenendo in pieno accordo con alcuni colossi americani della comunicazione, in particolare il New York Times.
Un vantaggio sia per Facebook, che sta perdendo colpi rispetto agli altri social network, che per le testate on line, se – comunque – gli utenti di Zuckerberg sono oltre 1,4 miliardi.
Il meccanismo è semplice: eliminando i link ai blog esterni, chi non sta su Facebook verrà penalizzato nell’algoritmo di ricerca. La qualità complessiva dell’informazione, pertanto, migliorerà. 
Verrà così silurato il click-baiting, tecnica ormai inflazionata, che consiste nello scrivere titoloni ad craparam, rimandando a blog esterni. Ne abbiamo assaporato il potere con i movimenti politici nati negli ultimi anni, che ne hanno fatto largo uso.
Il futuro è nel cloud: tra una decina d’anni leggeremo le notizie quasi solo sui social. Il problema sta nella possibilità di mantenere democratico l’accesso ai media. Certo è che il modello d’informazione sarà sempre più parametrato sui bisogni individuali, visto che il Grande Fratello sa tutto di noi: dalla data di nascita alle preferenze musicali.

25 Marzo 2015
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