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7:39 pm, 22 Marzo 15 calendario

Le gomme Pirelli verso la Cina

Di: Redazione Metronews
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MILANO Riunioni senza sosta sull’asse Milano-Mosca-Pechino in vista della cessione di Pireli ai cinesi. Entro oggi, tenendo conto dei vari fusi orari, sarà comunicato ai mercati coinvolti il riassetto della Bicocca, con l’ingresso di China National Chemical Corporation. Ciò determinerà la rimozione dell’attuale Pirelli dalla Borsa, ma potrebbe poi tornare ad essere quotata privata però della parte che si occupa dei pneumatici industriali che sarebbero fusi in una nuova società.
Secondo indiscrezioni, i cinesi di ChemChina saranno in trasparenza i primi azionisti di Pirelli, rilevando il 26% in mano ai soci di Camfin a 15 euro ad azione e lo stesso prezzo verrà proposto al mercato con l’opa, per la quale sono pronti oltre 7 miliardi di euro. A lanciarla sarà una società veicolo partecipata in maggioranza, al 65%, da ChemChina e per i restanti 35% dagli attuali soci italiani della Bicocca, con l’obiettivo di ritirare Pirelli dal listino e procedere al riassetto industriale. Da quanto emerge Marco Tronchetti Provera (nella foto) resterà alla guida del Gruppo fino al 2021 ed il cuore dell’azienda resterà in Italia. Manca  il parere dei russi di Rosneft, che tramite Nefgarant, è titolare dell’altra metà di Camfin. L’obiettivo è trovare un accordo   entro oggi.
L’allarme dei sindacati
I sindacati alzano le barricate chiedendo l’intervento del Governo. «Evitare che l’Italia diventi un discount», «Impressionante il silenzio del Governo”, «Capitalismo italiano incapace di reggere competizione e governo privo di politiche industriali». Sono queste le prime reazioni dei segretari generali di Uil, Cisl e Cgil, Carmelo Barbagallo, Annamaria Furlan e Susanna Camusso, di fronte alla vendita di Pirelli.
Gli azionisti
Stando alla Consob, fino ad oggi Pirelli ha sei azionisti  oltre il 2%. Tra questi  ci sono il fondo Fidelity Worldwide Investment (che detiene  il 2%), Mediobanca (3,954%),  Edizione srl (4,6%). Al 6,98% c’è  Malacalza Investimenti, e Camfin, che detiene  il 26,193% di Pirelli.
Un Paese in svendita
Solo tra il 2008 e il 2012 sono state 437 le aziende italiane passate in mani straniere, secondo il Rapporto “Outlet Italia. Cronaca di un Paese in svendita” dell’Eurispes. Tra le acquisizioni più recenti c’è qualla del colosso giapponese Hitachi, che ha comprato i Frecciarossa per 36 milioni di euro. Aggiudicandosi il 100% di Ansaldo Brera e preparandosi a diventare il quarto produttore mondiale di treni.
Nel 2013 Hines Italia Sgr ha stretto un accordo  con Qatar Holding per l’acquisto di Porta Nuova, l’area di Milanocon i grattacieli più alti d’Italia. Oggi il progetto immobiliare è passato al 100% nelle mani del fondo Qatar Qia.
Il Bologna sarà ceduto all’impresa americana guidata da Joe Tacopina entro quest’anno. Sempre entro la fine del 2015 dovrebbe chiudersi  l’acquisizione di Indesit da parte di Whirpool ad un costo di 758 milioni di euro. Si attendono le necessarie autorizzazioni dell’Antitrust.
Solo di qualche mese fa  è il passaggio della maison di moda Krizia ai cinesi, anche se non sono noti i dettagli della transazione
Nel 2014 c’è stata la cessione di Poltrone Frau alla statunitense Haworth, che ha acquisito il controllo del marchio con il 58,6 del capitale
Si ricorda inoltre che la Nestlè è proprietaria di Buitoni e Sanpellegrino, Perugina, Motta l’Antica gelateria del corso e la Valle degli orti. In mani straniere anche le eccellenze della moda: Bulgari, Gucci e Valentino.
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22 Marzo 2015
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