economia
9:27 pm, 17 Marzo 15 calendario

Così la finanza islamica supporterà la nostra crescita

Di: Redazione Metronews
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ARGOMENTI. Islam? Islamico? Finanza? Ah, sì – ci dice il senso comune, per nulla isolato – quel giro di soldi che finanzia il terrorismo integralista. La maggioranza  delle persone pensa che il  matrimonio Islam e Denaro  sia un complotto occulto ai danni dell’Occidente. 
Però, basta girare l’angolo e un turbinio di numeri ci svela una realtà economica sconvolgente, di molte cose buone, per noi italiani e per il nostro mercato. L’immigrato musulmano  non è sempre l’uomo da assistere, bensì un consumatore, il cui potere d’acquisto è cresciuto negli ultimi anni. Due miliardi di musulmani che muovono volumi, di consumo, superiori a 3 mila miliardi di euro l’anno. In crescita del 15% all’anno. La sola componente del food è quantificata in oltre 590 miliardi di euro. 
Il consumatore credente e il fattore Halal
Facciamo un, necessario,  passo indietro leggendo un libro appena uscito, “Gulf&Med. Il mercato, gli investimenti e la finanza islamica” (Mondadori Università, 300 pagine, 24 euro)*, curato da Maurizio Guandalini e Victor Uckmar. La vita del musulmano ruota intorno alla propria fede. Il credente prima di scegliere prodotti, da consumare, o servizi da utilizzare si chiede sempre se sono Halal, cioè  se per origine, lavorazione e tracciabilità sono considerati leciti dai musulmani. Dalla carne, mai quella di maiale, alla cosmesi. 
In Italia i consumatori musulmani sono oltre due milioni. Il sistema produttivo italiano basato sulle piccole e medie imprese che portano avanti procedimenti quasi artigianali, cioè con molta cura e attenzione per la garanzia della qualità nel rispetto della tradizione, è già vicino, naturalmente, agli standard Halal, più che in altri paesi. 
Il rappotro tra Islam ed economia
Opportunità di lavoro e di impresa che  fanno girare l’economia dai numeri pesanti. Il dato incontrovertibile è che economia è anche  Islam e Islam è anche economia. L’Islam, il Corano (il libro del profeta Maometto), la Shariah (la legge divina da seguire) non sono solo materia religiosa: per il musulmano sono comportamenti da seguire, vita personale e vita sociale, regime spirituale. È un tutt’uno, legato stretto. L’economia che gira intorno all’Islam non è la nostra. La parola d’ordine della Finanza Islamica è: non si possono fare soldi su altri soldi. Quindi è vietato chiedere tassi d’interesse su un prestito perché considerato una forma di usura. No alle attività speculative, sì al rischio di impresa: il profitto è generato dall’investimento (investimento che non deve andare in attività proibite come armi, alcolici, gioco d’azzardo e pornografia). 
Un italiano quando deve comprare casa va in banca, fa un mutuo chiede un prestito  e su quello paga ogni mese gli interessi. Il musulmano va in banca (le banche islamiche sono cresciute al tasso del 15% l’anno con risorse disponibili, alla fine del 2015 per 2.800 miliardi di dollari), è la banca che acquista la casa e il musulmano gli paga l’affitto ogni mese fino a che la casa diventa di sua proprietà.  
Regole giuste per  la finanza occidentale
Nel 2009 l’Osservatore Romano scriveva che la finanza islamica potrà contribuire alla rifondazione  di nuove regole per la finanza occidentale, visto che stiamo affrontando una crisi diventata una crisi di fiducia verso il sistema. L’Economia dell’Islam è un arcipelago ricco di sfaccettature, da conoscere tutte. C’è il Mercato Halal, il sistema bancario, poi c’è il corpaccione ricco di denari da spendere dei Fondi Sovrani (sono 60 e si prevede che i soldi gestiti possano raggiungere i 10 trilioni di dollari alla fine del 2016), praticamente l’operazione di qualche settimana quando il fondo dell’emiro del Qatar si è comprato un quartiere di grattacieli di Milano. I paesi produttori di petrolio  stanno diversificando i loro portafogli: non più solo oil ma massicce dosi di finanza di peso. Il nostro mercato, di qualità, del made in Italy è ghiotto di occasioni che gli emiri non si lasciano sfuggire. La Gran Bretagna (che ha emesso i sukuk, obbligazioni d’investimento conformi alla Sharia, prestito senza interesse) e la Francia si sono attrezzati da tempo. 
METRO
 
* Oggi esce in libreria il testo di Uckmar e Guandalini per Mondadori.
L’appuntamento Il volume sarà presentato nel corso del worshop internazionale GULF&MED organizzato dalla Fondazione Istud (www.istud.it), con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico, il 25 marzo a Milano, 9.30-13.00, presso  Blend Tower Business Center di piazza IV Novembre, vicino alla Stazione Centrale.

17 Marzo 2015
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