Mameli: serve la denuncia per lo sgombero

MILANO Senza denuncia, nessuno sgombero è possibile. Ecco la ragione per la quale la ventina di “Pirati” che da giovedì notte occupa la caserma Mameli di viale Suzzani non è stata ancora sgomberata. A farlo sapere, ieri, la Questura, dopo le proteste via web dei bersaglieri (la struttura era la sede del Terzo Reggimento Bersaglieri).  Il complesso, vuoto da oltre 15 anni, fino a dicembre scorso era di proprietà dell’Esercito, poi è passato alla Cassa Depositi e Prestiti, e solo un formale atto della banca può dare il via allo sgombero. Inoltre, per provvedere all’allontanamento, la proprietà deve impegnarsi a fare alcuni interventi di urgenza subito dopo lo sgombero  (come rendere inutilizzabili i bagni e tutti i servizi) per  scongiurare ogni futura occupazione.
Dal canto loro, i Pirati, gruppo anarchico  definito dagli investigatori al livello più basso della «scala dell’antagonismo”, via Facebook hanno invitato «amici, compagni, curiosi, capitani, passanti” ad accorrere “Numerosi!». Intanto, la politica si muove: «La caserma Mameli venga liberata al più presto dall’occupazione dei centri sociali prima che sia troppo tardi», ha detto il vice-presidente del Consiglio comunale De Corato (Fdi), mentre l’assessore Granelli ha ricordato come «l’Amministrazione ha chiesto al Ministero della Difesa di poter riutilizzare questa e altre caserme presenti sul territorio già dal 2012».
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