Russia
9:12 pm, 11 Marzo 15 calendario

Nemtsov, quanti dubbi Ed è giallo sulla confessione

Di: Redazione Metronews
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MOSCA Comincia ad aprirsi una falla nelle conclusioni dell’inchiesta ufficiale sull’assassinio di Boris Nemtsov avvenuta a Mosca lo scorso 27 febbraio, a due passi dal Cremlino. Il movente “islamista”, cioè l’indignazione per le posizioni pro-Charlie Hebdo dietro l’assassinio dell’oppositore di Putin, è sempre più debole. Ma soprattutto si indebolisce la confessione del “colpevole” Zaur Dadayev (uno dei cinque ceceni sospettati dell’omicidio)   «estorta sotto tortura» secondo quanto lo stesso Dadayev avrebbe riferito ad un componente della Commissione pubblica per i diritti umani presso il Cremlino che gli ha fatto visita nel carcere di Lefortovo. C’è da dire però che, secondo l’agenzia Interfax,  Dadayev non ha formalmente ritirato la sua confessione.   Prende comunque corpo un’altra pista, sostenuta dalla  Novaya Gazeta (giornale di Anna Politkovskaia, uccisa nel 2006 per il suo coraggio nelle inchieste su Cecenia e  violazioni dei diritti umani): il delitto sarebbe stato organizzato dal maggiore Ruslan (come Dadayev,  ex del battaglione Sever), imparentato con due politici vicini al leader ceceno Ramzan Kadyrov.  I loro nomi li fa il blogger anti-Putin Alexey Navalny:  Adam Delinkhanov e Suleiman Gheremeie. Uomini politici potentissimi. Il movente   potrebbe essere un “favore” di Kadyrov a Putin.
Ma La Novaja Gazeta ha una tesi: il mandante sarebbe sì vicino a Kadyrov, ma l’omicidio rientrerebbe nel contesto più ampio di lotta fra  uomini degli apparati federali russi e le forze al servizio di Kadyeov, in lotta per accreditarsi con lo zar Putin. Il giornale scrive che i servizi  hanno informato Putin di questa pista. E vogliono regolare i conti con Kadyrov.  Starebbero quindi cercando di mettere lo zar davanti ad una scelta: o noi o lui.  
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11 Marzo 2015
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