Lavoro
7:58 pm, 8 Marzo 15 calendario

Grazie al Jobs act 250 mila contratti

Di: Redazione Metronews
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ROMA I primi effetti concreti del Jobs Act si potranno tastare con mano a giugno ed entro la fine dell’anno potrebbero essere, complessivamente, circa 250 mila le nuove assunzioni realizzate grazie alla riforma del mercato del lavoro. Queste le indicazioni fornite dal Centro studi di Unimpresa, sulle nuove norme sui contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti introdotte dal governo Renzi.
Stabilizzazione dei precari
Per Unimpresa, «l’incremento dei contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato previsti dalle nove norme sulle tutele crescenti sarà legato in parte alla stabilizzazione degli attuali precari (tempo determinato, contratti a progetto, partite Iva), in parte all’emersione di occupazione irregolare o “in nero”, in parte a nuove assunzioni di disoccupati derivanti da incremento di produzione e prospettive di crescita. Turismo, agricoltura e servizi i settori che potrebbero sfruttare di più l’intervento normativo».
Una fase di studio
«Le nuove norme sono entrate in vigore sabato – ricorda Unimpresa – ma le prime settimane serviranno ai consulenti del lavoro e alle direzioni del personale per studiarne l’impatto oltre che per calibrarne l’applicazione nelle singole realtà. Si può pertanto stimare che un primo, sensibile incremento delle posizioni a tempo indeterminato si registrerà a giugno e proseguirà poi per tutto il secondo semestre: alla fine dell’anno le nuove assunzioni potrebbero arrivare a quota 250.000».
Migliore le condizioni per le imprese
Tuttavia, secondo l’associazione, «non si tratterà di occupazione aggiuntiva al 100%». Solo una quota di assunti saranno «disoccupati veri», cioè persone che non avevano occupazione. Inoltre, seppure gli sgravi contributivi «rendano vantaggioso il nuovo contratto», sicuramente «il governo deve mettere il piede sull’acceleratore per migliorare le condizioni in cui operano le imprese».
Ingessati dall’articolo 18
E Unimpresa vede «qualche rischio legato alla creazione di un mercato del lavoro a due velocità: potrebbe aumentare l’ingessamento della forza lavoro nei grandi gruppi, poco disposta a cambiare per paura di perdere le tutele piene previste dal vecchio articolo 18».
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8 Marzo 2015
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