VERSO L'8 MARZO
6:24 pm, 4 Marzo 15 calendario

Perché ho fondato Hashtag Feminism

Di: Redazione Metronews
condividi

USA Tara L. Conley è dottoranda alla Columbia University ed è già nota per aver fondato Hashtag Feminism (www.hashtagfeminism.com), un sito web dedicato all’analisi dei tweet e dei post sui social media relativi ai diritti delle donne.
Come è nata l’idea di Hashtag Feminism?
Alla fine del 2013 ho cominciato a seguire con attenzione le conversazioni e le storie contrassegnate da hashtag quali #SolidarityIsForWhiteWomen, #NotYourAsianSidekick, e #MyFeminismLooksLike. Ero affascinata e ispirata dalle storie e dalle forme di attivismo emerse sui dispositivi digitali. Ho indossato il mio cappello da ricercatore e sono andata su Topsy.com, un sito di indicizzazione e misurazione per indagare la nascita e lo sviluppo di questi tag nel corso del tempo. Topsy mi ha mostrato i dati, ma non era sufficiente. Volevo trovare le storie dietro a questi dati, volevo contestualizzare.  Così, alla fine del 2013, ho deciso di aprire un sito web in grado di realizzare questo progetto. Volevo creare uno spazio  dove produrre e pubblicare articoli alle nostre condizioni. Tutto questo – oltre all’ispirazione ricevuta dalla grafica e dalla realizzazione del cd omonimo di Beyoncé – ha influenzato la nascita di Hashtag Feminism. Dal 2013 siamo cresciuti e ingranditi, anche se con umiltà!
Come  possono i social media aiutare nella difesa dei diritti delle donne?
Non sono sicura che i social media difendano i diritti delle donne. Sono le persone a farlo. I social media sono strumenti e piattaforme che offrono uno spazio di rappresentazione e di espressione.
Può menzionarci alcuni esempi di attivismo “hashtag” riusciti?
Una delle campagne di maggior successo cui ho assistito fino ad oggi è stata #NMOS14 (National Moment of Silence), organizzata dall’attivista femminista Feminista Jones. Cito questo hashtag perché mostra come l’organizzazione e la mobilitazione online possano avere un forte impatto offline. Sulla scia della fatale sparatoria che ha condotto alla morte dell’adolescente disarmato Michael Brown, Jones e altre hanno utilizzato i social media per organizzare veglie in onore delle vittime della brutalità dei poliziotti in tutto il Paese. #NMOS14 non è il primo e solo movimento di massa organizzato online, ce ne sono molti altri. Anche prima di Twitter, le donne avevano organizzato aiuti per le vittime dell’uragano Katrina ricorrendo alle mailing list di Yahoo!, mentre alcuni studenti universitari nel 2007 si organizzarono su MySpace e Facebook in occasione del caso dei Sei di Jena. Studio queste attività online-offline ormai da anni, ed è sempre incoraggiante vedere le persone ingegnarsi e utilizzare nuove piattaforme social per queste attività.
Cosa deve fare una donna ordinaria per partecipare all’attivismo digitale?
Il termine “hashtag activism” è stato tirato in ballo spesso senza che ci si interrogasse veramente su cosa fosse. Dovremmo portare all’attenzione casi particolari in cui l’organizzazione e la mobilitazione di massa online hanno influenzato le attività offline.
Si riscontra anche una partecipazione degli uomini?
So che ci sono uomini impegnati in attività femministe e che lavorano a favore dei diritti delle donne su base quotidiana.
DANIEL CASILLAS – METRO WORLD NEWS

4 Marzo 2015
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo